Sentiamo parlare in continuazione della nostra generazione e di come si stia evolvendo diversamente rispetto alle precedenti, su più fronti: lavoro, stile di vita e relazioni. Tra falsi miti e nuovi studi che raccontano il nostro comportamento, gli spunti su cui riflettere non mancano.
The Cut, ad esempio, ha riportato i dati di una ricerca relativa alla diminuzione dei divorzi, affermando provocatoriamente che i millennial stanno distruggendo un’altra solida “istituzione” della nostra società, “uno dei passatempi preferiti degli americani”: il divorzio. Se dunque già in altri ambiti – come il mercato immobiliare e il lavoro – i giovani nati tra il 1980 e il 2000 stanno compiendo scelte del tutto diverse dalle generazioni precedenti, sulle questioni sentimentali non si fanno eccezioni. I millennial si sposano meno, mediamente più tardi rispetto ai propri predecessori – in Italia i dati ci dicono che l’età media è tra i 37 anni per gli uomini e i 33 per le donne – e divorziano meno. Il perché? Come suggeriscono alcune ricerche, la scelta di sposarsi una volta raggiunti determinati obiettivi individuali (secondo il principio per cui il successo di una relazione deriva anche dalla realizzazione personale dei singoli individui) potrebbe essere uno dei fattori cruciali, ma non l’unico.
Philip N. Cohen, professore di sociologia alla University of Maryland e autore della ricerca citata da The Cut, suggerisce che per quanto i dati rispetto al numero dei matrimoni siano crollati, “chi sceglie di sposarsi è più selettivo e dunque è più facilitato ad aver successo nella propria relazione”. Se è vero che impieghiamo più tempo a prendere decisioni importanti, sembra anche altrettanto vero che ci si impegniamo in maniera forse più consapevole. Di conseguenza, meno divorzi.
Uno dei modi per spiegare questo comportamento, sembra essere un certo “perfezionismo generazionale” che è stato identificato dall’American Psychological Association (in un articolo pubblicato a inizio anno su Psychological Bulletin) come uno dei tratti distintivi della nostra generazione:
Paragonati a quelli delle generazioni precedenti, gli studenti del college di oggi sono più duri con loro stessi, più esigenti e riportano una pressione sociale maggiore nell’essere perfetti.
Esigenti e fin troppo sensibili alla pressione di essere perfetti: questa attitudine è descritta come un’arma a doppio taglio; può essere tanto una sana spinta a dare sempre il meglio di sé, quanto un atteggiamento che condanna alla solitudine e all’incapacità di reggere le aspettative di perfezione (nostre o degli altri).
In questo caso però, se fosse questo perfezionismo a determinare una scelta più oculata del proprio partner, non sarebbe una tendenza negativa: prendersi un tempo più lungo per compiere decisioni importanti – dall’acquisto di una casa, all’ufficializzare il proprio legame sentimentale – può essere una strategia per dare una base più solida alle scelte a lungo termine. Naturalmente, bisogna specificare che questo non è l’unico fattore a determinare il nostro comportamento in termini di relazioni: si devono considerare anche altri aspetti – come la difficoltà a raggiungere l’indipendenza economica, che spesso ostacola la capacità a pianificare il proprio futuro; sempre più persone, per motivi economici preferisce optare per soluzioni alternative ai legami ufficiali (come la convivenza) e secondo Cohen questo può rendere il matrimonio, un’esclusiva di pochi:
Il matrimonio è sempre più il raggiungimento di uno status, che qualcosa che le persone fanno a prescindere dalla loro condizione.
Che sia per un motivo o per l’altro, è sicuro che stiamo infrangendo vecchi schemi per crearne di nuovi. Ogni generazione ha trovato soluzioni diverse per creare il proprio nucleo familiare e gestire le relative separazioni – pensiamo alla definizione di conscious uncoupling, che aveva dato Gwyneth Paltrow al suo pacifico (per quanto doloroso) divorzio da Chris Martin. Allo stesso modo, anche noi millennial stiamo sperimentando nuovi modi per affrontare le relazioni: e per quanto giusti o sbagliati ci possano sembrare, sono pur sempre i nostri.
Source: freedamedia.it
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