La memoria del Sé
I RENI
La tradizione cinese individua nei reni il livello di Zhi.
È il luogo dell’ancestralità, del patrimonio genetico individuale, della perpetrazione di sé e del carattere.
I suoi sono i ricordi più antichi e poiché l’elemento analogico di riferimento è l’acqua, essi affondano nell’oscurità del mondo di creazione delle forme viventi, della sessualità e dei pensieri creativi.
È anche il sito elettivo del proprio progetto esistenziale, spesso ignoto al mondo dell’Io, dispiegantesi lungo l’arco di differenti generazioni e tempi.
L’acqua, nel linguaggio analogico del simbolismo orientale, è a un tempo dissoluzione e ri-creazione; per questo l’organo correlato è al contempo (unico tra gli organi cinesi) doppio, Yin e Yang.
In termini semplificati l’ancestralità a un tempo dissolve (l’antico) e rigenera (il nuovo): la memoria che vi è seppellita è quella più profonda, in grado di riformulasti continuamente.
I correlati piani energetici del livello di Zhi sono in rapporto ai meridiani di rene e vescica, vale a dire al circuito energetico posto tra il massimo dello Yang e il più profondo dello Yin.
Anche la “memoria “ cinese percorre livelli che vanno dalla superficie alla profondità, potremmo dire dal conscio all’incosciente più oscuro.
Si approfonda però, come è tipico della logica-analogica cinese, dallo psichico al corporeo e dall’individuale a collettivo, attraverso percorso che seguono la traccia mnestica sia nei visceri individuali che nei corrispondenti siti analogico cosmici.
Ciò che lì lega è la convinzione che uomo e universo sono permanentemente legati in un unicum vivo e indivisibile, ove il ricordo, per quanto proprio, è una traccia comune.
(Alfonso Rogora).
Maura Luperto