A rivelarlo è un nuovo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Harvard, dell’Università di New York e del MIT, secondo i quali alcune attività prescolari possono aiutare i bambini a sviluppare competenze cognitive.
Lo studio, basato su un esperimento condotto a Delhi, in India, ha impegnato i bambini in età prescolare, ossia fino ai 5 anni, in una serie di giochi di matematica per aiutarli a cogliere con maggiore facilità i concetti di numero e la geometria. Si trattava anche di giochi “sociali”che permettessero l’interazione tra i bambini, aiutandoli a collaborare e ad imparare insieme: attività come leggere i numeri sulle carte e ordinarle in ordine basta a favorire la conoscenza dell’aritmetica e della geometria nei bambini.
I risultati hanno rivelato che gli interventi formativi nella prima infanzia possono aiutare i bambini più poveri ad avere accesso agli stessi concetti educativi dei bambini economicamente più privilegiati.
Spelke, esperto nello sviluppo cognitivo, spiega che a circa 5 anni i bambini “passano dalla conoscenza in senso comune, spontanea, a quella scolastica, dove devono confrontarsi con abilità e temi formali, più teorici.
Si tratta di una transizione che può risultare molto impegnativa per i bambini che vivono in povertà, i cui genitori non hanno avuto alcuna scolarità.
Per andare a fondo al problema, i ricercatori hanno sviluppato un esperimento su campo che ha coinvolto 1.540 bambini, con un’età media di 5 anni e iscritti in 214 scuole indiane.
A un terzo dei bambini sono stati somministrati dei giochi matematici in gruppi, esponendoli ai concetti di numero e geometria. Uno di questi consisteva nel far contare ai piccoli i numeri presenti sulle carte da gioco e ordinarle in base alle cifre.
Altri bambini hanno effettuato dei giochi basati sui contenuti sociali, in cui venivano incoraggiati ad esempio a stimare l’intensità delle espressioni emotive sulle carte e a ordinare le carte sulla base delle emozioni. Tutte attività semplici e divertenti.
Il terzo gruppo di bambini non ha svolto nessun gioco ma è stato utilizzato come gruppo di controllo.
I ricercatori hanno seguito le abilità dei bambini di tutti e tre i gruppi, subito dopo l’intervento, e anche 6 e 12 mesi dopo. Hanno scoperto che anche dopo il primo anno di scuola elementare, i bambini del primo gruppo, che avevano svolto i giochi di matematica, padroneggiavano meglio le competenze per le quali i giochi erano stati pensati, rispetto ai bambini degli altri gruppi.
Non solo. I bambini che avevano svolto i giochi sociali non avevano tratto benefici sulle abilità matematiche visto che gli effetti dei giochi erano specifici per il loro contenuto di matematica.
Secondo i ricercatori, i giochi matematici avevano prodotto competenze persistenti nelle abilità matematiche dei bambini.
“È chiaro che si ha un miglioramento significativo delle competenze matematiche utilizzate nei giochi”, dice Esther Duflo, co-autore dello studio per il MIT.
Anche Maria Montessori lo sosteneva, per questo aveva messo a punto dei metodi per aiutare i bambini ad imparare la matematica, a contare e ad eseguire le operazioni di addizione e sottrazione, divisione e moltiplicazione. Tutte soluzioni che stimolano la capacità logica grazie al gioco.
Source: greenme.it
ROMA (ITALPRESS) – Il vertice sulla manovra “c’è, alle 18. La manovra economica si può aggiustare in Parlamento con l’accordo…
ROMA (ITALPRESS) – “Gli italiani capiscono che avere un vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, ruolo mai ricoperto prima dall’Italia, con…
Israel says a rabbi who went missing in the United Arab Emirates has been murdered, and have vowed to track…