Già dallo scorso anno, lo Iucn, l’Unione internazionale per la conservazione della natura aveva lanciato l’allarme: la giraffa è ufficialmente tra le specie a rischio d’estinzione.
Un annuncio partito da un dato di fatto: negli ultimi quarant’anni oltre il 58% della fauna selvatica è scomparsa a causa della deforestazione e del bracconaggio.
Negli ultimi trent’anni poi, gli esemplari di giraffa sono diminuiti di quasi il 40%: si è passati, infatti, dai 157mila del 1985 ai 97mila del 2015. A minare la vita di questi bellissimi animali c’è come sempre la mano dell’uomo.
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Dalla trasformazione degli habitat naturali alle guerre civili, dalla deforestazione al bracconaggio, problemi che interessano anche altre specie come l’elefante e il rinoceronte, minacciati anche dalla caccia all’avorio.
La carne della giraffa è molto richiesta nella Repubblica democratica del Congo, mentre in Tanzania con il midollo osseo e il cervello sono realizzate magiche “pozioni anti Aids”.
Se fino a qualche tempo l’Iucn sembrava cauta, adesso non lascia spazio all’immaginazione: il rischio c’è ed è reale perché già due delle nove sottospecie di giraffa africana, sono state inserite tra le più minacciate al mondo.
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C’è la giraffa di Rothschild, di cui sono rimasti solo un migliaio di esemplari in Uganda e Kenya e quella del Niger con meno di 300 esemplari.
Le giraffe sono sulla Terra da oltre 7mila anni e rischiano adesso di scomparire. A contribuire alla loro salvaguardia c’è The Giraffe Conservation Foundation, la fondazione che si occupa di garantire loro la sopravvivenza. Per maggiori informazioni clicca qui
Dominella Trunfio
Source: greenme.it