Quante volte ci siamo chiesti se siamo davvero felici? Perché a volte ci sentiamo così persi da non sapere quale sia esattamente la direzione che dovremmo prendere? Trovare il senso della nostra vita è scoprire, almeno in parte, la felicità e la chiave per raggiungerla.
Il vecchio dibattito del mondo della filosofia e della psicologia riguardo a ciò che significa essere felici nella vita di tutti i giorni, oggi tratta dell’effettiva esistenza della felicità, se è solo temporanea o se si può essere davvero felici. Le risposte a queste domande, è evidente, dipendono dal significato che diamo alla felicità.
In base a ciò, il nostro benessere diventerà impossibile, transitorio o raggiungibile. Negli ultimi anni sono stati condotti diversi studi riguardo al concetto di felicità, con i quali si è giunti a conclusioni diverse.
Si è tentato di stabilire anche delle linee di separazione e di relazione con altri concetti strettamente correlati, come quello di gioia. In ogni caso, ciò su cui la maggior parte degli autori concorda è che nella definizione di felicità c’è una parte soggettiva che ciascuno deve scoprire e definire, e che forse per questo è così affascinante.
“Un giorno, da qualche parte, in qualche posto, inevitabilmente ti incontrerai con te stesso. E questa, solo questa, può essere la più felice o la più amara delle tue giornate.”
-Pablo Neruda-
La felicità è uno stato interiore personale
Possiamo essere allegri ed essere infelici; possiamo essere tristi ed essere felici. Questo è quanto emerge in uno studio longitudinale basatosi sulla felicità delle persone in più di 148 paesi, la cui conclusione è che questo concetto è uno stato interiore e che non ha molto a che fare con ciò che accade al di fuori della nostra pelle, piuttosto con quello che accade dentro la nostra pelle.
Secondo quanto rivela questo studio sulla felicità, ad esempio, gli spagnoli vivono una media di 58,8 anni felici. Questa cifra pone il paese al primo posto in una lista composta da un totale di 148 nazioni, che rappresenta una grande quantità di persone (ovvero oltre il 95% della popolazione mondiale).
I risultati di un altro studio longitudinale di Harvard evidenziano che la felicità è uno stato interiore duraturo, e che non è il prodotto di un evento casuale e transitorio che dipende da come vanno le cose. Se la vediamo in questi termini, il nostro benessere potrebbe essere legato alla tranquillità interiore, alla pace mentale, a un senso interiore di serenità, di tranquillità e di certezza che ci riempe e ci infonde una piacevole soddisfazione riguardo alla nostra vita.
“La felicità è interiore, non esteriore; quindi non dipende da ciò che abbiamo, ma da ciò che siamo ”
-Henry Van Dyke-
La felicità è strettamente legata al trovare la propria strada
Come disse Jorge Bucay, la felicità può anche essere definita come la certezza di non sentirsi persi. Questo autore, seguendo la linea delle nuove ricerche sul benessere personale, dice che essere felici è strettamente correllato alla conoscenza del proprio percorso vitale.
La felicità non si ottiene arrivando da qualche parte, ma andando verso la giusta direzione. Non si riferisce alla gioia dovuta alla vanità di avere ottenuto, o di poter ottenere, qualcosa in cui gli altri hanno fallito. Questo rende felici poche persone o nessuna. Non è vero che la felicità deriva da questi risultati sciocchi che, una volta ottenuti, ci fanno provare il bisogno di puntare ad altro.
La felicità contribuisce e si nutre di una mente chiara che ci porta verso una direzione precisa. Gioiamo di queste sfide quando il percorso che abbiamo scelto è in linea con i valori in cui crediamo, quando abbiamo la certezza che qualunque cosa accada possiamo sempre guardare la bussola e andare avanti, crescendo e vivendo nuove avventure. È proprio in questa emozione che la felicità si ricrea, cresce e ci travolge.
“[…] e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità.”
-Lev Tolstoj-
Source: lamenteemeravigliosa.it