La felicità sarebbe strettamente collegata all’età, almeno secondo la scienza. La curva della felicità è appunto a forma di U: a 20 anni ha il picco più alto, poi inizia a calare con la crisi di mezza età, per poi risalire durante la vecchiaia.
Lo studio
La ricerca ha analizzato sette diversi sondaggi, per un totale di un campione di 1,3 milioni di persone provenienti da 52 paesi diversi. Le loro risposte hanno dato vita a un grafico a forma di ‘U’: dove inizio e fine sono alti, a metà vita bassi. C’è da sottolineare, dicono i ricercatori, che questo non significa che i livelli bassi indichino infelicità, ma sono minore felicità.
Non a caso l’età coincide con quella in cui abbiamo tante responsabilità, preoccupazioni legate alla famiglia, al lavoro, alla salute, alla carriera. All’inizio del grafico c’è l’età della spensieratezza, alla fine quella della vecchiaia che dovrebbe essere il momento in cui si raccolgono i frutti dei sacrifici e in cui si ha più tempo per dedicarsi ai propri hobby e passioni.
La curva della felicità
Vediamo nel dettaglio come cambia la curva della felicità a seconda delle fasce d’età.
0-30 ANNI
C’è l’età dell’infanzia, quella dell’adolescenza, dell’università, delle aspettative per il futuro, in questa fascia la felicità dipende dalla ricerca di nuovi stimoli, contatti sociali
30-40 ANNI
Ci si sente con tanta voglia di realizzarsi, ma c’è il peso delle responsabilità, le preoccupazioni e si tende ad essere meno illusi, quindi apparentemente meno felici.
40-50 ANNI
Il periodo dei bilanci in cui ci si chiede a che punto si è arrivati e se ciò che si è ottenuto è davvero quello che si sperava.
50-60 ANNI
E’ una fase un po’ di stallo: le occasioni mancate si fanno meno pressanti e inizia la fase della rinascita e della consapevolezza in cui si riacquista la serenità.
60-70 ANNI
Ritorna il picco della felicità, ci si sente liberi di coltivare i propri interessi e di affrontare questa fase particolare della vita in maniera molto serena.
Source: greenme.it