PALERMO (ITALPRESS) – “Non mi aspettavo una proposta di candidatura da parte del Movimento 5 Stelle e mi sono preso dei giorni per rifletterci. Poi, però, ha prevalso il senso del dovere”. Dopo una lunga carriera da magistrato, schierato in prima linea contro la mafia, i servizi deviati e gli accordi occulti tra la criminalità e la politica, l’ex procuratore di Palermo da pochi mesi in pensione, Roberto Scarpinato, ha accettato di correre con il Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 25 settembre. In un’intervista all’Italpress, l’ex magistrato siciliano chiarisce i motivi alla base della sua decisione di presentarsi al giudizio degli elettori, scendendo in campo come capolista nel collegio Sicilia 1 per il Senato, con l’obiettivo di portare la sua esperienza decennale e le sue conoscenze nel campo della giustizia e dell’antimafia nel movimento guidato da Giuseppe Conte.
“Il pensionamento mi ha restituito un diritto altrimenti prima incompatibile con il mio ruolo di magistrato. In verità, dopo più di 30 anni di antimafia in prima linea, con un carico di stress e la conseguente rinuncia a una vita normale, avevo altri programmi e pensavo di dare priorità ai miei affetti personali – spiega Scarpinato -. Non mi aspettavo la proposta di una candidatura, per questo mi sono preso alcuni giorni di tempo per una decisione difficile e sofferta. Parte di me diceva che avevo dato abbastanza allo Stato nel mio precedente ruolo e avevo diritto a riposarmi, alla fine ha prevalso il senso del dovere, non me la sono sentita di restare inattivo di fronte al declino della Nazione, alle ingiustizie e disuguaglianze sociali e a un decadimento verticale della politica che si riflette sulla credibilità dello Stato”.
E’ stato Conte a cercare Scarpinato e a inserirlo nel listino da candidare in collegi sicuri, ma a far propendere per il sì l’ex magistrato è stata l’attenzione del Movimento 5 Stelle nei confronti di giustizia e antimafia: “Il M5S ha assegnato un ruolo centrale alla questione giustizia, alla mafia e al sociale. Si può essere d’accordo o meno sulle singole riforme promosse, ma di certo loro per me si muovono nella giusta direzione. Il Movimento 5 stelle dimostra di non essere integrato e omologato nel sistema di potere dominante e quindi ha la capacità di agire contro tutte le manovre che negli ultimi anni hanno avuto come unico comun denominatore e come risultato quello di garantire in un modo o in un altro l’impunità per i reati dei colletti bianchi, e di ripristinare una giustizia classista forte con i deboli e deboli con i forti – sottolinea Scarpinato -. Allo stesso tempo, l’antimafia è importante e centrale per il M5S, basti ricordare che solo grazie alla loro mobilitazione è stato modificato il disegno di legge Cartabia che prevedeva l’improcedibilità di tutti i processi per i reati di mafia puniti con pene diverse dall’ergastolo che non fossero stati definiti entro due anni in grado di appello e entro un anno in Cassazione”.
“Inoltre, dinanzi al ritorno in campo di Dell’Utri e Cuffaro, altri nicchiavano, mentre i 5 Stelle hanno espresso un netto contrasto, anche organizzando manifestazioni. In ogni caso, nell’accettare la candidatura ho fatto sapere a Conte che mi considero un candidato indipendente – precisa l’ex magistrato ricordando la natura della sua candidatura -. Pertanto potrò esprimere la mia opinione e il mio eventuale dissenso su determinate scelte non condivise, in nome dell’indipendenza che è parte costitutiva della mia personalità”.
Se da un lato in molti hanno accolto con favore la sua discesa in campo, tra questi Salvatore Borsellino che ha definito la sua candidatura come un “sogno”, d’altro canto c’è chi ha espresso diverse perplessità circa una presunta inopportunità legata alla sua precedente carriera di magistrato: “In tanti anni di indagini su delitti eccellenti, stragi, riciclaggio, collusioni e patti occulti con il sistema di potere mafioso, ho potuto comprendere come funzionano le dinamiche del potere in Italia e di scoprire i suoi lati più oscuri che hanno contribuito al declino economico della nazione. Credo pertanto di potere portare un contributo anche contro l’azione occulta e nefasta svolta da gruppi di potere antidemocratici – spiega Scarpinato -. Tenuto conto che mi sono sempre occupato di antimafia, sarebbe interessante capire perchè la mia candidatura sarebbe inopportuna. Sarebbe inopportuna la mia candidatura perchè nel corso della mia precedente esperienza professionale sono venuto a conoscenza di informazioni su mafia, massoneria deviata e riciclaggio internazionale? Qualcuno considera forse inopportuno che io possa portare in parlamento questi temi? – attacca Scarpinato – O piuttosto qualcuno si preoccupa della mia candidatura perchè oltre a svolgere indagini sulla mafia militare mi sono occupato anche di colletti bianchi collusi? Finchè mi occupo di Riina non è inopportuno, se si indaga su chi ha protetto Riina e fatto affari con lui la candidatura diventa inopportuna? Mi pare invece che ci siano altri profili di inopportunità da attenzionare: per esempio, è opportuno che ci siano soggetti che si candidano e cercano l’appoggio di soggetti condannati per reati di mafia?”.
Ed è proprio sul recente processo di restaurazione del passato e sui “sistemi criminali” che Scarpinato vuole focalizzare l’attenzione: “Tanti studiosi concordano nel diagnosticare che siamo entrati una fase recessiva della democrazia, è un processo inquietante. Alcuni parlano di un fenomeno di progressivo e sotterraneo ritorno alla politica dei clan. Un gioco che si svolge tutto interno ai palazzi del potere nei quali vince l’una o l’altra cordata, ma comunque il cittadino comune perde sempre perchè è fuori dai giochi – aggiunge Scarpinato -. I nuovi protagonisti della criminalità ora sono i sistemi criminali e i comitati crimino-affaristici, e ne fanno parte esponenti della politica e della finanza, faccendieri e imprenditori, colletti bianchi delle mafie, e le mafie mercatiste – conclude l’ex magistrato – che sono invece quelle che cavalcano la logica del mercato e che si vanno convertendo in agenzie che offrono sul libero mercato beni e servizi illegali per i quali è esplosa una domanda di massa”.
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