Industria: 35% asset Ue a stranieri, Usa e Canada in testa. Compagnie statali hanno triplicato investimenti in 10 anni.
Il 35% degli asset europei appartiene a societa’ straniere, l’80% delle quali sono americane, canadesi, svizzere, norvegesi, giapponesi. E’ quanto emerge dal rapporto pubblicato dalla Commissione Ue sugli investimenti stranieri nell’Unione europea. Negli ultimi 10 anni, spiega il rapporto, e’ aumentato progressivamente il numero di aziende europee passate in mano straniera. Americani a canadesi ne controllano il 29%, i Paesi Efta il 12%, i cinesi il 9%, i russi il 4%. Sono aumentati “rapidamente” negli ultimi anni anche gli investimenti di
imprese statali: cinesi, russe e degli Emirati Arabi hanno concluso nella Ue nel 2017 il triplo delle acquisizioni rispetto al 2007. La presenza straniera e’ alta soprattutto in settori chiave come il raffinamento del petrolio (67%), l’industria farmaceutica (56%), prodotti elettronici ed ottici (54%), assicurazioni (45%), e apparecchiature elettriche (39%).
C’e’ stato un aumento degli investimenti dalle economie emergenti, in particolare la Cina, nella costruzione di aerei e macchinari specializzati, e dell’India nel farmaceutico. Gli investitori “offshore” controllano l’11% delle societa’ europee possedute da stranieri e il 4% di tutti gli asset europei di proprieta’ estera, e la loro presenza aumenta. “La Ue ha chiaramente una dei regimi di investimenti piu’ aperti al mondo”, si legge nel rapporto, che nel 2017 quantifica in 6,3 miliardi la presenza straniera in Ue, che da’ lavoro a 16 milioni di persone. La presenza cinese, spiega il rapporto, e’ stata “ridotta” fino al 2008, salita a 2,5 miliardi di dollari all’anno nel 2009 e 2010, prima di salire a 10 miliardi nel 2011 e 2012. Il record l’ha raggiunto nel 2016 con 42 miliardi, ma e’ poi scesa a 33 nel 2017. E nei primi tre trimestri del 2018, si e’ fermata a 20 miliardi.