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In India la primavera esplode con i colori dell’Holi Festival

Sotto una pioggia di colori in India si festeggia l’arrivo della primavera. L’Holi festival o festa dei colori ogni anno segna la fine dell’inverno e in migliaia si riversano in piazza per ballare, cantare e divertirsi con le polveri colorate e profumate chiamate gulal. La data non è fissa, cambia ogni anno in base al calendario lunare e nel 2017 cade oggi, 13 marzo. 

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Dove si festeggia

La festa dei colori appartiene alla tradizione induista e si svolge principalmente in India e Nepal, ma anche in Pakistan e in Bangladesh e in tutti gli altri Paesi del mondo in cui sono presenti comunità di induisti.

L’Holi festival in Oriente ha un significato religioso, ma il divertimento dato da tutte queste polveri colorate che vengono lanciate con un sottofondo musicale ha raggiunto anche l’Occidente. Tra le più grandi e meglio organizzate ci sono quelle di New York e Londra.

Le origini della tradizione

La tradizione arriva dalla mitologia induista: il dio Krishna aveva la pelle scura, era invidioso di quella bianca dell’amata Radha e per questo un giorno le dipinse la faccia con dei colori. Da allora durante l’Holi le coppie di innamorati si dipingono reciprocamente il viso durante la festa in segno di affetto. La festa dura due giorni: la sera prima viene acceso un grande fuoco e da quel momento iniziano i festeggiamenti che durano tutti il giorno seguente. La festa simboleggia la vittoria del bene sul male, l’arrivo della primavera e l’addio all’inverno. Ma è anche un momento di incontro e di puro divertimento. E’ la giornata in cui si dimenticano i dolori e si perdona. In questa occasione vengono meno anche le rigide strutture sociali: ricchi e poveri, vecchi e giovani, uomini e donne festeggiano e scherzano insieme. Tradizione vuole che le vedove nella cultura Hindu debbano rinunciare ai piaceri terreni, perciò non festeggiano l’Holi. Unica eccezione riguarda le donne nel rifugio di Vrindavan che sono state abbandonate dalle loro famiglie.

Per approfondire:

 

Source: agi.it/estero

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