Perché sono nati i social network? Facebook, Youtube, Twitter sono necessari per due soli motivi: venderci influenze, tentazioni, inclinazioni da indirizzare sempre in una precisa direzione che non è mai la nostra. Ecco perché ci è stata regalata la meravigliosa palestra universale dei social network. Grazie alla prodigiosa capacità predittiva degli algoritmi informatici volevano conoscerci molto meglio di quanto noi stessi ci fossimo mai conosciuti, e ci sono riusciti! Se ci pensate bene, è l’obiettivo primo delle più spietate dittature del ‘900, che non è mai stato compiutamente realizzato quanto oggi, nell’era della cosiddetta democrazia globale.
In questa efficacissima operazione di condizionamento mentale c’è tuttavia un effetto collaterale non voluto. Molti non hanno usato i social network per condividere gattini o ciò che hanno mangiato a pranzo, ma si sono messi in testa di manifestare liberamente un pensiero critico sul mondo. I social, paradossalmente, sono diventati anche una riserva indiana di intelligenze in libera uscita, che non possono trovare spazio nei media ufficiali, affidabili e… quasi sempre corrotti. Quando Facebook o Twitter o Youtube censurano un presidente o una testata giornalistica o un blogger scomodo, stanno solo facendo ciò per cui sono nati: è il loro porco lavoro! Stanno rimuovendo un virus dal loro sistema, e quel virus siamo noi.
Allora cosa dobbiamo fare? dobbiamo smettere di lamentarci e iniziare a pensare ad un mondo dove non solo il potere di comportarsi così gli sia tolto legalmente, ma un mondo nel quale il pensiero critico da loro inavvertitamente reso possibile diventi un bene di tutti.
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