Da giorni il Vesuvio brucia: sotto l’odore acre degli alberi incendiati, c’è la puzza insopportabile del malaffare. La dinamica è sempre la stessa: si appicca il fuoco in diversi punti del territorio, le fiamme divampano in contemporanea disorientando gli interventi. “È assurdo tutto quello che sta succedendo, non esiste evento in Italia, ed in particolar modo in Campania più prevedibile e puntuale degli incendi estivi – commenta Antonio Gallozzi, direttore regionale Legambiente -. Non possiamo più considerarli un’emergenza, visto che ogni anno si ripetono le stesse scene e nonostante ciò questo Paese si fa trovare sempre impreparato. Le fiamme sul Vesuvio sono un pericoloso segnale di rifiuto di legalità. Si valuti con grande attenzione se dagli incendi, per le loro caratteristiche, la loro diffusione e gli impatti che causano, oltre alle aggravanti già previste dal delitto regolato dall’art. 423bis del Codice penale, non si debba contestare anche quello di disastro ambientale”.
In Italia, ricorda Legambiente, nel 2016 su 47.926 ettari di superfici andate in fumo ben 27.728ettari di territorio sono bruciati a causa di roghi dolosi: circa il 60%, non da meno le cifre per la Campania dove lo scorso anno sono stati 759 gli incendi pari al 16,4% del totale nazionale, roghi che hanno mandato in fumo più di 4 mila ettari di aree verdi regionale.
Gli incendi estivi, ricorda Legambiente, si combattono con la manutenzione ordinaria che spesso manca, con la pulizia del sottobosco, il decespugliamento laterale lungo le strade, la manutenzione di sentieri spartifuoco, il ripristino delle murazioni dei vecchi sentieri. Ma gli incendi si spengono soprattutto da terra prima che degenerino, ma bisogna avere mezzi e capacità di coordinarli, e bisogna muoversi su un territorio che non sia reso inaccessibile dall’incuria.
Source: lanuovaecologia.it