Trotula, una dama medico, vissuta nell’XI secolo, nel DE ORNATU MULIERUM, il trattato di cosmesi che insegna alle donne come conservare, migliorare e accrescere la propria bellezza e come curare le malattie della pelle, dava i seguenti consigli:
“Se poi una donna vorrà truccarsi le labbra, le strofini con corteccia di radici di noce, coprendosi i denti e le gengive con del cotone; poi lo intinga in un colore artificiale e con esso si unga le labbra e l’interno delle gengive.
Il colore artificiale va preparato così; prendi quell’alga con cui i Saraceni tingono le pelli di verde, falla bollire in un vaso d’argilla nuovo con del bianco d’uovo finché sarà ridotta a un terzo, poi colala e aggiungi prezzemolo tagliato a pezzetti, fa bollire di nuovo e lascia di nuovo raffreddare.
Quando sarà il momento aggiungi polvere di allume, mettilo in un’anfora d’oro o di vetro e conservalo per l’uso.
Questo è dunque il modo in cui si truccano il viso le donne saracene: quando l’unguento di è asciugato, per schiarire il viso si applicano qualcuna delle sostanze suddette, come l’unguento di cera e olivo, o qualcos’altro, e ne risulta un bellissimo colore, misto di bianco e rosato”.
Maura Luperto
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