Secondo Marta Stout, docente di psicologia presso Harvard e autrice del libro The Sociopath Next Door (Il sociopatico della porta accanto), una persona su 25 è sociopatica. Questo può rappresentare un vero e proprio problema per la società di oggi.
La sociopatia è un disturbo riportato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come “disturbo antisociale di personalità”. Dalla Biblioteca Nazionale di Medicina degli Stati Uniti questo disturbo viene definito come “una malattia mentale per cui la persona dimostra uno schema prolungato di manipolazione, sfruttamento o violazione dei diritti altrui”.
La caratteristica principale di questo disturbo è un generale comportamento di disprezzo e violazione dei diritti altrui. Ha inizio durante l’infanzia o nella prima adolescenza. Il disturbo continua in età adulta. Questo comportamento è stato denominato anche psicopatia, sociopatia o disturbo dissociale di personalità.
Per realizzare la diagnosi, la persona deve aver compiuto 18 anni. Inoltre, deve aver presentato un disturbo del comportamento prima dei 15 anni, ovvero un atteggiamento ripetitivo e persistente con cui si violano i diritti basilari degli altri o le principali norme sociali.
I comportamenti caratteristici del disturbo del comportamento si raggruppano in quattro categorie: aggressione a persone o animali, distruzione della proprietà, frode o furti e violazione delle norme. Un sociopatico non si adegua alle norme sociali e, in molti casi, nemmeno alla legalità.
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), le persone con disturbo antisociale di personalità presentano:
A. Comportamento dominante di disattenzione e violazione dei diritti altrui. Questo schema si ripete prima dei 15 anni e si manifesta con:
B. Il soggetto ha almeno 18 anni.
C. Esistono evidenze della presenza di un disturbo del comportamento prima dei 15 anni.
D. Il comportamento antisociale non si produce solo in caso di schizofrenia o di un disturbo bipolare.
Il sociopatico spesso manca di empatia e tende a essere una persona che potremmo considerare crudele. Allo stesso modo, è cinico e sprezzante nei confronti dei sentimenti, diritti e sofferenze altrui.
La persona sociopatica può avere una concezione di sé molto elevata e mostrarsi arrogante. Per esempio, può pensare che il lavoro ordinario non sia alla sua altezza o non dimostrare preoccupazioni realistiche verso i propri problemi attuali o quelli futuri.
Un sociopatico è una persona troppo ostinata, sicura di sé, fino al punto da poter essere qualificata come presuntuosa. Trasmette un fascino semplicistico e superficiale, con una capacità verbale volubile e artificiale. Per esempio, usa termini tecnici o gergali con cui impressionare qualcuno che non familiarizza con il tema.
La mancanza di empatia, una considerazione di sé elevata e il fascino superficiale sono caratteristiche usate con frequenza per definire uno psicopatico. Un sociopatico può anche essere irresponsabile e sfruttatore nelle relazioni sessuali e di coppia.
Di solito comincia molte relazioni, ma non ha mai avuto una relazione monogama. Questa irresponsabilità si estende al suo ruolo di padre. Ciò diventa evidente nella malnutrizione o nelle scarse condizioni di igiene dei propri figli.
Così, il sociopatico può non essere autosufficiente, impoverirsi o persino restare senza casa. Allo stesso modo, può rischiare di passare molto tempo all’interno di istituzioni penitenziarie.
Può soffrire disforia, con difficoltà a sopportare un livello minimo di stress o un’incapacità marcata di tollerare la noia, in cui si perde in quanto riesce difficilmente a trovare intrattenimento da sé. Può aver sviluppato ansia, disturbi depressivi, disturbi da consumo di sostanze stupefacenti, disturbi da gioco (ludopatia) e disturbi del controllo degli impulsi.
È propenso alla personalità limite, istrionica e narcisista. Le probabilità di sviluppare un disturbo antisociale della personalità nella vita adulta aumentano se durante l’infanzia ha presentato un disturbo del comportamento o un disturbo di deficit dell’attenzione.
L’abuso o la negligenza infantile, la paternità instabile o irregolare o la disciplina parentale inconsistente aumentano la probabilità che il disturbo del comportamento diventi un disturbo antisociale della personalità. Ovvero, aumenterebbero le probabilità che la persona diventi sociopatica.
Come abbiamo visto, i sociopatici sono persone che non dimostrano empatia verso gli altri né rimorso per le proprie azioni. La sociopatia, catalogata come un disturbo della personalità, oggi è chiamata disturbo antisociale della personalità. Allora, se vi trovate ad avere a che fare con persone del genere, siate particolarmente prudenti.
Source: lamenteemeravigliosa.it
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