Non sono gli altri a farci sentire inferiori ma un modello di perfezione che è dentro di noi e a cui facciamo riferimento.
C’è un esercizio che possiamo fare per “prendere per mano” la nostra fragilità.
Immaginiamo cosa ci fa sentire molto fragili, la sensazione che proviamo: può essere il senso di inferiorità, oppure la timidezza o anche la rabbia, quando siamo permalosi, il senso di fallimento oppure quando non ci sentiamo abbastanza bravi, la paura dell’abbandono. Insomma un sentimento in cui la nostra fragilità trova la massima espressione.
Immaginiamo di percorrere un sentiero e di sentire dentro di noi questo senso di fragilità, non mandiamolo via anzi, immaginiamo che esce fuori di noi e prende le sembianze di un bambino… il nostro bambino. Camminiamo insieme tenendolo per mano. Lo accompagniamo, lo accudiamo, lo coccoliamo, lo portiamo con noi.
Questo bambino è il nostro senso di inferiorità e noi camminiamo assieme, è il nostro senso di abbandono, la nostra insicurezza ma mentre camminiamo insieme cominciamo a sentire un benessere che viene dal profondo, come quando ci sentiamo a casa.
E mentre procediamo ci accorgiamo che c’è una grande ed incredibile forza che sta sorgendo dentro di noi, le nostre azioni diventano nitide, semplici, naturali…. siamo noi e il nostro bambino, quello che avevamo immaginato come il senso di inferiorità, si è trasformato nel nostro punto di forza.
Maura Luperto
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