Memoria e ricordo: la prima una banca dati delle esperienze e il secondo la dinamizzazione di questi dati, insieme costituiscono una facoltà essenziale per la sopravvivenza e l’evoluzione di tutti gli esseri viventi, una capacità naturale che si manifesta attraverso il corpo e le sue funzioni.
In relazione al ricordo però, l’uomo, nel tempo si è diversificato dagli altri esseri viventi, grazie al linguaggio che ha permesso la memorizzazione di una grande quantità di informazioni.
Nel tempo, parole, suoni, immagini e colori sono lentamente “scivolati” fuori dal corpo per andare ad occupare diapositive, audiocassette, videotape e floppy disc. Questi sono i depositi moderni della memoria che raccolgono ricordi e sensazioni, congelandoli in una rappresentazione statica e privandoli di quella componente immaginativa che la rievocazione spontanea comporta.
Assistiamo quindi in quest’era informatica ad una inesorabile espropriazione dal corpo del ruolo memorizzante e all’esaurirsi delle funzioni dell’immaginario e della fantasia. Questo ci fa rendere conto dell’attuale condizione che si è diffusa della perdita di memoria, molti lamentano infatti scarsità mnemonica nel quotidiano che potrebbe rappresentare un campanello d’allarme per l’insorgere di nuove forme di patologia psicosomatica.
Maura Luperto
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