KINSHASA (CONGO) (ITALPRESS) – Papa Francesco, nel suo discorso di commiato ai vescovi del Congo, prima di ripartire per il Sud Sudan, raccomanda loro di essere sempre al fianco del popolo che soffre, di sradicare l’odio, l’egoismo e la violenza e di demolire gli altari consacrati al denaro e alla corruzione e di edificare una pacifica convivenza. Ricordando l’esempio di monsignor Christophe Munzihirwa – Arcivescovo di Bukavu, gesuita, chiamato il “Romero del Congo”, ucciso il 29 ottobre 1996, negli anni della prima guerra del Congo – il Papa raccomanda che quella dei presuli non sia un’azione politica. Perchè se “la profezia cristiana si incarna in tante azioni politiche e sociali, il compito dei pastori è quello di annunciare la Parola “per risvegliare le coscienze, per denunciare il male, per rincuorare coloro che sono affranti e senza speranza”. Consolare il popolo, e non solo con le parole, ma anche con la vicinanza e la testimonianza: “vicinanza, anzitutto, ai preti, ascolto degli operatori pastorali, incoraggiamento allo spirito sinodale per lavorare insieme”. “Testimonianza per essere credibili per primi e per tutto, e in particolare nel coltivare la comunione, nella vita morale e nell’amministrazione dei beni”.
foto: agenziafotogramma.it
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