Decine di petroliere ferme in mare, con le stive cariche di milioni di tonnellate di greggio che nessuno vuole.
La nuova crisi energetica mondiale prende forma nelle immagini girate a largo della California dalla Guardia costiera statunitense.
Mostrano ventisette cisterne galleggianti ancorate in attesa di un compratore che non c’è: in tempi normali il contenuto dei loro serbatoi sarebbe bastato per soddisfare un quinto della richiesta mondiale di petrolio. Il coronavirus invece ha paralizzato l’economia globale e la domanda di greggio è crollata.
I prezzi sono precipitati fino all’incredibile record di meno 40 dollari al barile: soldi da pagare a chi comprava greggio.
In compenso, il noleggio delle petroliere – l’unico spazio rimasto dove immagazzinare il combustibile – ha raggiunto costi astronomici: a inizio aprile hanno toccato persino i 235 mila dollari al giorno.
Oggi sono scesi a 135 mila dollari al giorno, mentre prima dell’epidemia non avevano mai superato gli 85 mila.
E davanti alle coste dell’Occidente continuano a gettare l’ancora altre petroliere, tutte in attesa di tempi migliori.