Presidio di donne a Roma, davanti al Ministero della Salute, per chiedere l’interruzione di gravidanza farmacologica senza ricovero e la contraccezione gratuita.
A promuovere è l’associazione Pro-choice, rete italiana contraccezione e aborto. “Chiediamo al ministero che prenda una decisione sulle linee di indirizzo relative all’aborto farmacologico.
Le donne devono poter scegliere e poter trovare vicino casa un ospedale o un consultorio che risponda alle loro necessità e che gli dia una contraccezione gratuita”, afferma Marina Toschi, ginecologa della rete Pro-choice.
Il Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole ha raccolto 80.000 firme su un documento che propone soluzioni concrete in linea con l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le firme sono state consegnate al Ministero della Salute durante il presidio.
Il 21 giugno scorso a Perugia c’era stato un altro presidio in piazza in seguito alla delibera della giunta leghista umbra che reintroduce l’obbligo di tre giorni di ricovero per le donne che decidono di abortire con la Ru486.
“Siamo lo zimbello del mondo perché tenere una donna per obbligo, ricoverata, almeno due notti, senza nessun motivo è assurdo”, dichiara Elisabetta Canitano, ginecologa e presidente dell’associazione “Vita di donna” della Casa Internazionale delle Donne di Roma.