Il primo, un progetto globale di mappatura del fondale marino basato in parte su nuovi dati della missione OMG della NASA (“Oceans Melting Greenland”), ha scoperto che il ghiaccio della Groenlandia è molto più esposto al riscaldamento degli oceani rispetto a quanto ipotizzato finora.
Lo studio raccoglie un gran numero di dati e fornisce una mappa completa del fondo marino e di ciò che giace sotto i ghiacciai della Groenlandia.
La ricerca ha misurato la profondità e il profilo del fondo dell’oceano sia sotto l’acqua dei fiordi della Groenlandia che sotto i ghiacci, in luoghi dove l’oceano un giorno potrebbe arrivare. Il lavoro è stato condotto da Mathieu Morlighem dell’Università della California, Irvine insieme ad altre istituzioni internazionali.
I ricercatori hanno scoperto che la Groenlandia contiene più ghiaccio totale sul livello del mare rispetto a quanto precedentemente pensato. L’intera massa del ghiaccio è in grado di aumentare i livelli del mare di 24,3 piedi (7,4 metri).
L’altra cattiva notizia è che il ghiaccio è ancora più vulnerabile e raggiungibile dalle acque più calde, capaci di raggiungere le basi dei ghiacciai più profondi. La nuova ricerca rileva che tra il 30 e il 100% in più dei ghiacciai sono potenzialmente esposti all’acqua calda dell’Atlantico rispetto a quanto suggerito dalle mappature precedenti. In altre parole, più della metà della ghiaccio della Groenlandia si trova o scorre attraverso aree che potrebbero essere influenzate dal riscaldamento dei mari.
Il secondo studio, pubblicato su Nature, ha scoperto i contorni della Groenlandia cambiano perché la fusione del ghiaccio che scorre dai ghiacciai verso il mare, modifica anche i delta dei fiumi, che si espandono e crescono verso l’esterno. Un fenomeno raro visto che i delta di tutto il mondo si stanno ritirando a causa dei cambiamenti climatici.
Lo studio condotto da un team di ricercatori danesi e americani ha utilizzato le fotografie aeree della Groenlandia dal 1940 al 1980 e dagli anni 80 fino ad oggi per confrontare i delta.
“Abbiamo esaminato 121 delta guardando le foto aeree storiche scattate dall’esercito americano durante la seconda guerra mondiale”, ha detto Mette Bendixen dell’Università di Copenhagen. “Le abbiamo confrontate con le foto satellitari moderne e siamo stati in grado di tenere traccia dei cambiamenti nei delta della Groenlandia e vedere cosa sia successo negli ultimi 75 anni”.
I risultati dello studio hanno modificato la precedente comprensione di come la costa artica reagisca al riscaldamento globale.
Le dimensioni crescenti dei delta interessano anche le infrastrutture della Groenlandia con importanti conseguenze sia per la pesca che per il turismo.
Source: greenme.it
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