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Gentiloni: “Avanti fino a fine legislatura”

Non più solo il completamento dei provvedimenti varati da Renzi. Gentiloni passa alla fase 2 di un governo “nato con il fiatone”: ora “una agenda strutturata di riforme” per superare “il messaggio di provvisorietà” e inviare un “segnale rassicurante” ai cittadini. Si parte con il Def, si punta a “meno tasse sul lavoro”, l’obiettivo è arrivare “a fine legislatura”. Intervistato da Pippo Baudo a ‘Domenica In’, il premier ha spaziato a tutto campo indicando quale sarà la strada del suo esecutivo parlando delle questioni più importanti

L’agenda del governo Gentiloni

“Tra un mese il Parlamento deve approvare il Def. Ci sono negoziati con l’Ue e riforme da sviluppare. La mia idea è quella di mettere insieme un’agenda del mio governo”, ha spiegato il premier. “Noi – ha aggiunto – abbiamo fatto un governo con il fiatone, anche grazie al Capo dello Stato e in continuità con Renzi. Ora deve darsi un passo di riforme più strutturate: ci sono – ha sottolineato – questioni come il lavoro e il Mezzogiorno, alcune riforme come la nuova legge sulla concorrenza e la riforma del processo penale e la legge sulla poverta’. Dobbiamo dare un ombrello di protezione sociale”. “Anche per togliere un’idea di provvisorietà, il governo deve darsi una impronta riformatrice, un’agenda di riforme. Ora dobbiamo dare messaggi rassicuranti. Abbiamo la nostra agenda di riforme e la porteremo avanti”.

 

I temi ‘caldi’ sul tavolo del governo Gentiloni

Il premier, sollecitato da Pippo Baudo, ha parlato delle questioni più importanti che è chiamato ad affrontare in queste ore, dalla situazione degli immigrati fino al caso dello scandalo Consip.

  • Immigrazione. “Nel corso del percorso graduale elaboriamo nelle città e nei comuni un piano per dare accoglienza dignitosa e far lavorare queste persone in modo che il loro lavoro sia utile alla comunità. Se non lavorano i rischi di radicalizzazione si moltiplicano. Si tratta di lavori volontari per aiutare la nostra comunità”.
  • Furbetti del cartellino. “Oggi ci sono delle regole rapide, che il sindacato ha peraltro condiviso. La severità serve a proteggere l’onore dei dipendenti non a soddisfare la voglia di cattiveria di qualcuno”.
  • Politiche per il Sud. “Credo servano ancora iniziative speciali per il Mezzogiorno. La crescita italiana può migliorare se si alza la crescita al sud. La questione meridionale è una grandissima opportunità per lo sviluppo di questo Paese”.
  • Testamento biologico. “C’è in agenda del Parlamento un provvedimento sul testamento biologico. Il governo si tiene un pochino in disparte. C’è una discussione parlamentare, ma è un provvedimento doveroso. Non ha nulla a che fare con l’eutanasia”.
  • Vicenda Consip – Gentiloni in Cdm aveva invitato i ministri a tenere fuori l’esecutivo fuori dalla contesa. Ora l’invito è rivolto alla magistratura affinché “faccia chiarezza al più presto” perché “sarebbe grave” se si riscontrassero “elementi di corruzione”. La difesa nei confronti del ministro Lotti è totale, “vale la presunzione di innocenza per tutti i cittadini” e “non si capisce neanche la mozione di sfiducia” in arrivo in Parlamento visto che la notizia del presunto coinvolgimento di Lotti “è arrivata a dicembre e nulla è cambiato”. La preoccupazione del premier è un’altra: per paura della corruzione il rischio è che “non si decida più” neanche a livello delle amministrazioni locali e dunque non servono solo “anticorpi” ad un problema che si presenta ciclicamente ma “occorre che ognuno ci metta la faccia”.
  • Unione europea. L’ultimo appello del premier è per l’Europa: non sia solo quella dello zero virgola, ma si faccia carico dei problemi dei cittadini, a partire dall’emergenza immigrazione, “alcuni Paesi non aiutano affatto”. Il premier è in partenza per Parigi dove avrà un incontro con il presidente francese Hollande, con il primo ministro spagnolo Rajoy e con la Cancelliera tedesca Merkel per preparare le celebrazioni dei trattati di Roma. La dichiarazione avverrà a fine marzo nella Sala degli Orazi e dei Curiazi in Campidoglio: indicherà il percorso dell’Unione europea per i prossimi dieci anni per arrivare “ad un’Europa più sociale e più giusta”. La crescita al centro “ma io questa Europa me la tengo stretta”, senza – premette il presidente del Consiglio che si dice sicuro dell’aiuto Ue sul terremoto – “non si va lontano”.

Source: agi.it/politica

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