Il vitalizio è l’ ‘assegno pensionistico’ che i parlamentari ricevono alla fine del mandato e non prima di aver compiuto il 65esimo anno di età (salvo eccezioni). L’importo viene calcolato con il sistema contributivo, analogo a quello vigente per tutti i dipendenti dello Stato.
30 gennaio 2012 – L’ufficio di presidenza della Camera modifica il sistema previdenziale dei deputati. Manda in soffitta il vitalizio (che esisteva dalla prima legislatura del Parlamento repubblicano) e introduce una nuova normativa, che si applica:
Il diritto alla pensione viene conseguito dai deputati, dai senatori e dai consiglieri regionali a 65 anni se si è esercitato il mandato da parlamentare per almeno 5 anni; i deputati di prima nomina, invece, maturano il diritto dopo 4 anni, 6 mesi e 1 giorno dalla proclamazione, ovvero 6 mesi prima della conclusione naturale della legislatura. Per ogni anno di lavoro in più alla Camera, il deputato ha poi diritto ad andare in pensione un anno prima rispetto al previsto, con un limite di 60 anni. Per ottenere la pensione gli onorevoli versano un contributo pari all’8,8% dell’indennità lorda. Per la precisione 918,28 euro al mese.
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Una legge approvata dai due rami del Parlamento o una semplice delibera degli Uffici di Presidenza di Camera e Senato? Entrambe le vie sarebbero idonee per raggiungere l’obiettivo di abolire qualsiasi forma di vitalizio per gli ex parlamentari o, più correttamente, di pensione – che oggi scatta dopo una sola legislatura, esattamente dopo 4 anni e sei mesi – spettante a deputati e senatori. Tra le diverse proposte in campo, almeno 7 quelle depositate in commissione, le proposte di Pd e 5 Stelle si equivalgono nell’obiettivo: la pensione dei parlamentari uguale a quelle di qualsiasi altro cittadino.
Differisce, invece, la strada da percorrere per arrivare a raggiungere l’obiettivo.
Per i pentastellati il trattamento pensionistico dei parlamentari deve essere uguale a quello di tutti gli altri lavoratori. I contributi versati dai parlamentari in carica vanno a confluire nelle casse della previdenza pubblica e valgono per il conseguimento della pensione come accade per qualsiasi cittadino.
Il testo a prima firma del deputato dem Richetti mira alla abolizione dei vitalizi dei parlamentari e all’estensione nei loro confronti del sistema previdenziale contributivo vigente per i dipendenti pubblici.
Per approfondire:
Source: agi.it/politica
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