Uno degli stati d’animo più frequenti è proprio la frustrazione. Sembra come se nessuno riesca a fare la vita che vorrebbe, che nessuno si senta realizzato e appagato. Una sensazione per la quale ciò che si ha non basta mai.
Ma è possibile che in un mondo attuale in cui si può avere tutto ci si senta così inappagati?
La maggior parte della frustrazione oggi deriva dallo stile di vita ed è indotta dai modelli a cui facciamo riferimento.
Ma l’uomo da sempre vive a metà tra le opportunità e i pericoli e tra i desideri e i rischi pertanto la frustrazione fa parte della natura umana, è naturale; però quella di oggi è di gran lunga sproporzionata rispetto ai problemi reali, perché siamo inquinati da mille stimoli e abbiamo perso il nostro centro. Il problema non sta nella vita che viviamo ma in come la viviamo.
Arrivismo, carriera, perfezionismo, rivalsa, riscatto, status, dimostrare……..sono alla base della frustrazione che rovina la vita.
Abbiamo un bisogno estremo di ritrovare una dimensione “naturale” della frustrazione, e cioè quella che per natura si deve affrontare per sviluppare la propria personalità, sarebbe un guaio se non ci fosse l’errore, la difficoltà, l’attesa perché la psiche si adagerebbe su se stessa, non evolverebbe perché verrebbe a mancare una tensione dinamica.
Questa frustrazione “sana” l’abbiamo sepolta sotto una montagna di frustrazione immaginaria.
Ritrovare la giusta dimensione è un dovere che abbiamo verso noi stessi.
Maura Luperto
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