Promuovere un confronto sulle sfide e le opportunità per la costruzione di modelli virtuosi di filiera agroalimentare integrata, capaci di mettere al centro la promozione della salute e del benessere del cittadino con benefici allargati anche per il territorio e la società, coniugando qualità nutrizionale e sicurezza dei processi (dalla scelta delle materie prime alle modalità di produzione). Questi gli obiettivi del tavolo di lavoro promosso da Fondazione Sviluppo Ca’ Granda e Policlinico di Milano (dal 1456 l’antica Ca’ Granda), che ha raccolto diversi rappresentanti delle eccellenze italiane e lombarde nell’ambito della salute e della sanità, dell’industria, della distribuzione e dell’università, in uno dei luoghi storici – l’Abbazia di Mirasole a Opera (Milano) – che fa parte di quel prezioso patrimonio rurale della Ca’ Granda, da cui ha preso vita il progetto presentato in occasione dell’incontro.
Il patrimonio rurale della Fondazione rappresenta un unicum a livello nazionale. È frutto, infatti, di lasciti e donazioni che nei secoli hanno permesso all’Ospedale di sostentarsi e fornire cure e assistenza ai poveri e agli ammalati. Oggi il Policlinico di Milano, grazie alla generosità dei suoi benefattori, è il più grande proprietario terriero d’Italia con 85 milioni di metri quadrati di terreni agricoli ubicati in 10 province e 96 comuni della Lombardia, 1 Abbazia, 4 Chiese, 8 oratori e quasi 100 cascine ultracentenarie, costituite da oltre 2000 fabbricati tipici rurali.
“Per gestire questo immenso patrimonio è stato necessario creare uno strumento ad hoc, con uno statuto dedicato, che separasse questo tipo di attività dalla gestione sanitaria ospedaliera” – spiega Marco Giachetti, Presidente del Policlinico e della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda. “È nata così la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, con l’obiettivo di garantire una valorizzazione di tipo ambientale, culturale, turistico e agroalimentare del nostro patrimonio. In ambito alimentare, in particolare, il nostro obiettivo è quello direcuperare l’antica tradizione e, in prospettiva, ricreare il percorso “dal campo alla corsia”, passando attraverso il consumatore, che permetta di fornire cibo sano proveniente da una filiera corta e controllata da distribuire a tutti i cittadini. È un progetto ambizioso, ma che siamo sicuri di poter realizzare, certo non da soli, ed è per questo che il convegno di oggi è l’occasione per unire le energie di tutti coloro che hanno a cuore il benessere dell’uomo e dell’ambiente: insieme desideriamo contribuire a costruire un mondo più sostenibile”.
L’aspetto funzionale della nutrizione in quanto acceleratore di salute, benessere e prevenzione è ormai confermato da innumerevoli studi scientifici e da discipline quali la nutraceutica, che hanno costruito su questo paradigma la loro stessa essenza. Tuttavia, troppo spesso la ristorazione in ospedale continua invece a rimanere un elemento secondario e sul quale si investe poco. Con questo ambizioso progetto, invece, il Policlinico, grazie alla Fondazione Sviluppo, ha deciso di riscoprire la sua tradizionale vocazione e fare la differenza, promuovendo un’agricoltura biologica e sostenibile, realizzando una propria filiera alimentare di qualità, dalle sue terre e cascine fino al consumatore finale e, in prospettiva, non solo alle corsie dell’ospedale, ma a tutta la ristorazione collettiva. La scommessa è, oggi, quella di proporre un modello di forniture alimentari capace di puntare non solo su logiche di prezzo, ma piuttosto di qualità e valore nutrizionale a beneficio del paziente-cittadino, forti di esperienze applicate con successo anche su scala industriale.
“La volontà di far rivivere la tradizione, prendendoci cura di ciò che ci è stato donato e, nel contempo, di contribuire alla salute e al benessere dei cittadini, ci ha portato al primo grande progetto in campo alimentare: la creazione del marchio Ca’ Granda e la produzione del primo “latte per la ricerca” – spiega Achille Lanzarini, Direttore Generale della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda – “Un latte che fa bene (è biologico, rispetta l’ambiente e gli animali, è controllato dai nutrizionisti dell’Ospedale) e fa del bene, perché tutti i nostri guadagni vanno a sostenere la ricerca scientifica del Policlinico. Ma non vogliamo fermarci qui: una vita sana necessita di un ambiente sano. Abbiamo già realizzato 10 km di nuovi corridoi ecologici grazie a 5.000 piante e realizzeremo un’area umida di 4.000 mq: nuovi habitat per la sicurezza degli animali, nuovi itinerari in cui camminare e conoscere la natura. Vogliamo mettere a disposizione di tutti il nostro patrimonio, perché grazie a questo tutti i cittadini ne possano trarreperla loro salute, che sia un sorso di latte o una passeggiata”.
Source: azsalute.it
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