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Europa senza visioni contrariamente.

Eppure ancora io ci credo, mi riferisco alla tanto bistrattata Unione Europea che da vent’anni sta vivendo un periodo senza grandi visioni contrariamente e quanto proposto da quegli uomini saggi che negli anni ’50 formarono una squadra di eccellenze dando vita ad un progetto che fino alla metà degli anni ’90 crebbe e si rinvigorì.

Poi, il buio con presidenze della commissione mediocri spinte unicamente dalla bramosia di entrare nella storia dell’Europa unita: la prima (Prodi), come colei che aveva strappato al giogo russo buona parte degli ex Paesi della cortina di ferro.
Errore macroscopico per aver impresso un’accelerazione esagerata in Paesi che superarono (forse) gli esami dell’Acquis comunitario senza nessuna coscienza europea. La successiva presidenza, durata dieci anni, si caratterizzò con l’immobilismo più totale generando una presa di potere da parte dell’Eurocrazia e dei suoi sommi sacerdoti. Tutto ciò facilitato da una rappresentanza popolare (Europarlamento) al di sotto della soglia minima per una istituzione così decisiva per le sorti comuni.

L’esecutivo in essere, partito con una solenne presa per i fondelli – il piano per lo sviluppo di Junker – sta dimostrando tutti i suoi limiti nell’incapacità di gestire il problema migranti permettendo ad un numero sempre maggiore di stati di far crescere movimenti xenofobi ed eurofobici, fenomeno che se in espansione potrebbe portare alla nuova tornata elettorale del 2019 con un numero elevatissimo di Paesi che sono contro l’Europa.
Speriamo che i negoziati per la Brexit inizino entro marzo 2017, durata prevista due anni, altrimenti ci troveremo nella condizione paradossale che anche la Gran Bretagna, seppur in uscita, potrà presentare le proprie liste elettorali.

Source: corrierequotidiano.it/esteri

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