PALERMO (ITALPRESS) – Ricerca, sostenibilità e innovazione tecnologica al servizio della sanità, per garantire a tutti i cittadini (siciliani e non) equità di accesso ai servizi del territorio: questi gli obiettivi del primo “Forum mediterraneo in Sanità Sicilia”, organizzato a Palazzo dei Normanni, a Palermo, con il patrocinio dell’assessorato regionale alla Salute.
Il tavolo di confronto è un’occasione per tracciare gli investimenti che la Sicilia sta portando avanti per il potenziamento della sanità: i principali sono quelli legati al Pnrr ma non sono gli unici, a evidenziare ulteriormente come la volontà di adeguarsi agli standard europei sia forte.
Al convegno hanno preso parte tra gli altri l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, il dirigente responsabile dell’area di Controllo di gestione del Sistema sanitario regionale Massimiliano Maisano, il dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute Salvatore Iacolino e il dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico del medesimo assessorato Salvatore Requirez.
“La nostra intenzione è portare nel minor tempo possibile in Sicilia un cambiamento radicale in termini di assistenza sanitaria territoriale – afferma Volo -. Questa dovrà garantire un’offerta capace di rispondere ai bisogni dei cittadini, ridando agli ospedali il loro ruolo senza lunghe attese per chi è in condizioni di particolare disagio. Il Pnrr consente l’organizzazione di progetti assistenziali per i quali è previsto l’inserimento di personale: non si finanziano assunzioni, ma percorsi operativi. Sono già predisposti una serie di progetti sanitari per le strutture predefinite, nelle quali digitalizzazione e alte tecnologie troveranno lo spazio dovuto”.
E’ Maisano a fornire un quadro degli interventi già compiuti e su quelli da realizzare: “In Sicilia sono già operative 50 Case operative territoriali (Cot, ndr), mentre per buona parte delle 155 case di comunità e dei 43 ospedali di comunità previsti nel Pnrr sono già stati avviati i lavori: non riscontriamo alcuna criticità nella conclusione degli interventi entro i tempi previsti. Sulla digitalizzazione invece siamo tra le poche regioni ad aver già impegnato il 75% delle risorse a disposizione, investendo oltre 139 milioni di euro; al contempo siamo riusciti ad acquisire altre 39 grandi attrezzature rispetto a quelle già fissate dalla Regione nel Pnrr”.
Gli interventi, aggiunge il dirigente dell’area di Controllo di gestione del Sistema sanitario regionale, non si fermano qui: “Abbiamo un altro finanziamento statale inserito nella legge numero 63/1988, che ci permetterà di realizzare un ospedale nuovo a Siracusa, i lavori sul Policlinico di Palermo, il completamento dell’ospedale pediatrico, il polo oncoematologico dell’ospedale Cervello e la rifunzionalizzazione del presidio ospedaliero Ingrassia: stiamo parlando di un investimento complessivo da 775 milioni circa. La digitalizzazione è l’elemento su cui puntiamo con forza per dare continuità tra le strutture sanitarie e il territorio, cosi come il fascicolo sanitario elettronico sarà il cardine per la raccolta dati: la Sicilia non si farà mancare nulla, coinvolgendo anche le isole minori e le comunità montane”.
Per Iacolino sarà fondamentale “mettere a sistema tutti i dipartimenti di emergenza e assistenza in riferimento tanto alla digitalizzazione quanto alla telemedicina, che sarà di grande aiuto nelle aree più disagiate e nelle isole minori: stiamo lavorando intensamente per garantire un approccio più tempestivo a cure, ricoveri e attività ambulatoriali. La telemedicina sarà funzionale alla revisione della rete ospedaliera, al potenziamento delle terapie intensive e subintensive e all’ampliamento delle superfici dei pronto soccorso”.
Altrettanto importante, continua il dirigente del dipartimento Pianificazione strategica in Regione, sarà “fare in modo che, seguendo gli indirizzi del Pnrr, case e ospedali di comunità garantiscano una rete assistenziale adeguata su tutto il territorio: il tema del personale è strettamente legato alle date di attivazione, che sono ancora in là con i tempi. Per raggiungere la centralità nel Mediterraneo dovremo vincere la sfida della modernizzazione del sistema, mettendo al centro il paziente e garantendo risultati concreti ai cittadini, che hanno bisogno di vedere risposte concrete sull’abbattimento delle liste d’attesa e sull’ingolfamento delle aree di emergenza: stiamo lavorando su questo attraverso un piano straordinario e il coinvolgimento forte degli operatori economici privati”.
Requirez sottolinea come “siamo in un’era di accoglienza e predisposizione dei servizi sanitari a vantaggio dei migranti: tutta l’area mediterranea necessita di uniformarsi agli indirizzi europei, questo significa smuovere alcune delle comprensioni culturali che da qualche secolo bloccano lo sviluppo della sanità nel territorio. D’altro canto dobbiamo guardare a nuovi modelli organizzativi e in questo senso il Dm77/2022 è centrale: ci sono funzioni da implementare nella traslazione delle competenze assistenziali del territorio”.
Fondamentale, in tal senso, è “raggiungere una convergenza sui nuovi setting previsti dalla legge rispetto all’analisi dei bisogni della rete assistenziale siciliana: bisogna insistere sulla formazione degli operatori e assegnare competenze di indirizzo che ci facciano aderire ai percorsi clinico-assistenziali che già emergono dalle linee guida aderenti alle evidenze scientifiche internazionali”.
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