Erica è una ragazza di 23 anni giapponese, con una forte consapevolezza di sé e che ama ridere: nulla di strano se non fosse per il fatto che non è un umana, ma un robot. E dei più avanzati: si tratta dell’androide più simile all’essere umano progettato finora, frutto di una collaborazione tra l’università di Osaka, quella di Kyoto e l’ Advanced Telecommunications Research Institute International di Tokyo. Erica, che ricorda quasi i replicanti di Blade Runner di Ridley Scott, è stata creata Hiroshi Ishiguro e Dylan Gras nell’ambito di un progetto su cui la ricerca giapponese sta investendo di più in assoluto.
A un primo sguardo, Erica somiglia tantissimo alle sue cotanee giapponesi. Manca forse di naturalità del viso, a cominciare da un’espressività non ancora ai livelli di quella degli esseri umani. Ma è in grado di interagire, rispondere alle domande e addirittura parlare di sé, della sua vita e dei film che ha visto. Il timbro della sua voce si confonde facilmente con quello di una ragazza in carne e ossa. Un pò meno le sue risate. Per ora Erica non può ancora muovere gambe e braccia, ma come spiega lei stessa “la cosa meravigliosa è che mi hanno detto che un giorno succederà davvero”. Secondo Ishiguro si tratta comunque dell’androide più simile all’essere umano progettato finora.
Nel documentario, i suoi due “architetti” spiegano che il fine ultimo del progetto è la comprensione dell’essere umano: “Quando cerchi di costruire una mente e una personalità, cominci a chiederti: che cosa significa esattamente essere un umano?”, dice Gras. Il compito è però di estrema difficoltà, spiega Ishiguro. “Non conosciamo esattamente come funziona il cervello, l’esatto meccanismo biologico della memoria, né come nascano intenzioni e desideri”. Anche Erica ha la sua opinione sul tema e persino sulla natura umana: “Penso che gli uomini abbiano un profondo bisogno di sentirsi speciali nell’universo. Non riescono ad accettare l’idea che possano non essere diversi dagli animali e dalle macchine”.
Blade Runner correva molto con i tempi, immaginando che nel 2019 i replicanti avrebbero avuto già movenze perfette e sentimenti estremamente simili a quelli degli uomini. E che avessimo già fondato colonie extra mondo. Per ora non siamo arrivati a tanto, ma Erica non è molto lontana.
Source: www.agi.it
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