Emma Watson è davvero una strana creatura, per il mondo dello spettacolo. Ha esordito in uno dei franchise più famosi di sempre e non ha avuto fretta di affrancarsene, gettandosi a capofitto in ogni altro ruolo che le veniva proposto. È cresciuta davanti agli occhi del pubblico ricoprendo il ruolo di Hermione Granger da quando aveva 10 anni, ma non è rimasta legata all’immagine dell’attrice bambina. Ha accumulato una fortuna stimata attorno ai 10 milioni di sterline prima di compiere 18 anni, ma non esistono testimonianze di suoi eccessi in stile “giovani, ricchi e famosi”, che sarebbero anche comprensibili. È molto bella, ma in pochi si soffermano sui suoi (presunti e pretestuosi, come sempre in questi casi) difetti, come spesso purtroppo accade con le giovani star, e raramente si discute dei suoi flirt e fidanzati. Ancora più curiosamente, Emma Watson è considerata – a ragione – una delle attrici più talentuose della sua generazione, ma nessuno dei suoi progetti post-Harry Potter è stato particolarmente apprezzato al botteghino o dalla critica, e se dobbiamo parlare di numeri, compare nella metà dei film rispetto a colleghe come Jennifer Lawrence o Emma Stone. Eppure, Emma Watson è riuscita a guadagnarsi una credibilità artistica e umana assoluta, che trascende la sua presenza o meno sui red carpet. Non è un’icona pop, né del cinema, né dello stile. È un’icona culturale, a tutto tondo. Già normalmente è difficile. Per una ragazza di 27 anni, è quasi incredibile.
Secondo me, tutto comincia alle elementari, perché ha frequentato l’esclusiva Dragon School di Oxford. Secondo voi, quante possibilità ci sono che vengano fuori persone mediocri da una scuola con un nome così? Dai, è già tanto che non sputi fuoco (o sì?). A sei anni Emma sapeva già di voler diventare un’attrice, così i genitori l’hanno iscritta a una scuola part-time dove ha imparato a cantare, ballare e recitare. Dopo una lunga gavetta…cioè qualche recita scolastica, ha ottenuto una particina minore in un film indie d’autore che forse non avete mai sentito nominare: Harry Potter e la Pietra Filosofale.
Se prendiamo Kristen Stewart, un’altra attrice giovane e talentuosa emersa con un franchise, salta subito all’occhio una differenza fondamentale. Il ruolo di Bella Swan in Twilight ha dato la fama a Kristen, ma non i mezzi di dimostrare le sue doti di attrice. Quello di Hermione, invece, ha permesso a Emma di emergere come attrice versatile, a suo agio nel dramma e nella commedia, capace di incarnare le sfaccettature di un personaggio amatissimo da milioni di persone, tanto per i suoi pregi quanto per i suoi difetti. Hermione ha cresciuto una generazione di ragazze, le ha rese più forti, più fiduciose, ha fatto sentire comprese quelle che prima si sentivano strane ed escluse – diciamolo, dai: le secchione. Emma ha avuto l’intelligenza di capire il valore trasversale del suo ruolo e di abbracciarlo. Con naturalezza, senza forzare la mano. A 15 anni è stata la più giovane persona mai comparsa sulla copertina di Teen Vogue, ma intanto ha continuato anche i suoi studi, che nel 2014 le sono fruttati la laurea in Letteratura Inglese. Il suo amore per i libri, d’altra parte, è sincero quanto quello di Hermione. Nel 2016 ha iniziato a spargere libri nella metropolitana di Londra e ha aperto un gruppo su Goodreads per discutere insieme ai suoi fan di libri femministi da lei amati, come Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood. Sì, a differenza di molte colleghe ancora restie ad usare La Parola, Emma si è sempre detta femminista. Nel 2014 è stata eletta Ambasciatrice di buona volontà per le donne dall’ONU, una carica che la riempie di orgoglio.
“La possibilità di fare davvero la differenza non viene data a tutti e io ho intenzione di non prenderla alla leggera. I diritti delle donne sono qualcosa che sento inestricabilmente legati a me, alle mie radici, in modo così profondo e personale che non riesco a immaginare un’opportunità più esaltante. Ho ancora molto da imparare, ma andando avanti, spero di poter portare sempre più conoscenza, esperienza e consapevolezza a questo ruolo.”
Oltre a essere volata in Bangladesh e Zambia per promuovere il diritto all’educazione femminile, ha lanciato la campagna HeForShe, che intende sollecitare gli uomini a prendere parte al dibattito sulle questioni di genere. E già che c’era, ha anche provato a liberare La Parola dal suo stigma negativo:
“Dalla mia nomina sei mesi fa, più ho parlato di femminismo, più ho capito che lottare per i diritti delle donne è troppo spesso diventato sinonimo di “odiare gli uomini”. Se c’è una cosa di cui sono sicura è che questa cosa deve finire. Per la cronaca, la definizione di femminismo è: credere che uomini e donne debbano avere uguali diritti e opportunità. È la teoria della parità dei sessi in politica, economia e nella società”.
Il discorso le è costato insulti e minacce da parte sia di hater che di precedenti fan, ma lei ha affermato che le critiche la convincono solo di quanto sia importante continuare questa battaglia. Ed è proprio così, visto che le sue parole hanno ispirato tante giovani donne in tutto il mondo, compreso il premio Nobel per la pace Malala Yousafzai. La ragazza, infatti ha raccontato che è stato proprio il discorso di Emma per l’ONU a farle realizzare di essere femminista.
Di recente Emma ha detto di voler prendere un anno di pausa dalla recitazione per concentrarsi sui suoi impegni di attivista, nei quali è evidente che crede davvero, con tutto il cuore. Prima, però, seguirà la promozione del film La Bella e La Bestia, nel quale crede con altrettanta onestà. Ne è la prova il fatto che abbia precedentemente rifiutato il ruolo di Cenerentola perché lo sentiva troppo passivo, e che per essere Belle abbia rinunciato alla parte che poi è andata a Emma Stone in La La Land. Secondo Emma, Belle era già un personaggio progressista nel 1992 (lo diciamo anche noi!), ma si è impegnata personalmente per modernizzarlo ancora un po’, così da offrire alle bambine il miglior modello possibile con cui crescere.
Un’amante dei libri, diventata famosa per aver interpretato un’amante dei libri, che torna a recitare il ruolo di un’altra amante dei libri. Che dire? Noi lettrici non potremmo avere una rappresentate di cui essere più fiere.
Source: freedamedia.it
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