Ci sono cose che usiamo da sempre, o che comunque sono state un pezzo importante della nostra infanzia, senza sapere nulla della loro storia. E poi ci sono donne che hanno inventato grandi cose, ma il merito delle loro invenzioni se l’è preso qualcun altro, magari uomini. Quindi, ci sono uomini che spacciano per loro invenzioni femminili.
Un esempio di tutto questo? La storia di uno dei giochi da tavolo più famosi al mondo: il Monopoli.
Già da queste premesse si intuisce che si tratta di una storia molto complessa, che a lungo ci è stata riferita nel modo sbagliato. Ma quella del Monopoli è soprattutto la storia di una donna, Elizabeth Magie, raccontata da Mary Pilon, giornalista del New York Times in un libro dedicato proprio al gioco. Ma partiamo dall’inizio.
Siamo negli anni ’30, in pieno periodo di crisi economica, e Charles Darrow, venditore che era rimasto disoccupato, ha un’idea che vuole sfruttare per mantenere la sua famiglia: disegnare un gioco da tavolo. Quindi, tira fuori un pezzo di tela e inizia a disegnarci sopra una serie di strade e di vie, quelle di Atlantic City, città in cui lui stesso viveva. Alla base del gioco c’è il concetto capitalista di “monopolio”. Charles Darrow spedisce il gioco ad alcuni colossi dei giochi, come la Milton Bradley e la Parker Brother, che all’inizio rifiutano la sua idea. Ma la Parker, in piena fase di perdita dovuta alla crisi, intorno al 1934, decide di riconsiderare la sua proposta e Il Monopoli viene messo in commercio, riscuotendo un successo incredibile. All’interno di ogni scatola c’era un foglio che ne raccontava la storia, questa storia, che però è falsa.
In realtà il Monopoli nasce ben 30 anni prima, nel 1904. A inventarlo è infatti Elizabeth Magie, donna di vedute molto ampie per quegli anni e con uno spirito definito da tutti “progressista.”
Elizabeth Magie, detta Lizzie, nasce nel 1866 a Macomb, in Illinois, ed è figlia di James Magie. Il loro è un rapporto stimolante e paritario: dialogano moltissimo e si scambiano idee, prospettive e conoscenze. James Magie possedeva e dirigeva il quotidiano di Macomb, il Macomb Journal ed è considerato una delle figure più interessanti della Guerra di Secessione americana. Fervente abolizionista James Magie era anche un georgista, perché leggeva e abbracciava le tesi dell’economista Henry George. È infatti proprio James a far leggere a Elizabeth Progresso e Povertà, una delle opere più importanti di Henry George, che sarà fondamentale per la nascita del Monopoli.
In particolare Elizabeth sosteneva e condivideva l’idea della tassa unica, o imposta sul valore fondiario, secondo la quale gli individui dovevano essere proprietari di ciò che producevano, mentre ciò che si trovava in natura, soprattutto i terreni, dovevano essere di tutti. Elizabeth inventa il Monopoli proprio per spiegare il concetto della tassa unica, e quindi come strumento didattico. Il gioco però non si chiama Monopoli, ma The Landlord’s Game ed è già qui evidente quanto fossero diverse le intenzioni di Charles e di Elizabeth: capitalista e monopolista il primo, progressista e anticapitalista la seconda. Nel 1904 Elizabeth riesce a brevettare il gioco, che viene così messo in vendita nel 1906.
I disegni depositati per avere il brevetto sembrano mancare delle caselle “Probabilità” e “Imprevisti”, anche se poi nel primo modello di gioco commercializzato ci sarà quella delle “Probabilità.”
La versione del 1906 non vende molto; non perché il gioco non piaceva, ma perché, in generale, in quel periodo i giochi non avevano ancora un grande mercato e spesso ogni famiglia si faceva i suoi a mano.
È quello che succede anche nel caso del The Landlord’s Game, che non vende molto – come dicevo – eppure diventa subito molto popolare: in molti ne riproducono manualmente il tabellone e ci giocano lo stesso, pur non avendolo comprato.
Quando scade il brevetto, nel 1920, Elizabeth lo rinnova inserendo nel progetto alcune delle modifiche ricorrenti nelle varie versioni casalinghe che iniziavano a circolare.
Nel frattempo il gioco continua a riscuotere successo nella sua versione non ufficiale, e si diffonde sempre di più fino ad arrivare ad Atlantic City.
In particolare Ruth Hoskins, che aveva realizzato una versione casalinga del gioco, una sera decide di invitare alcuni amici per giocare una partita. Tra questi c’è proprio Charles Darrow, il quale, una volta tornato a casa, lo ridisegna a sua volta, introducendo alcune piccole modifiche. Ed è quello il disegno che poi Charles spedisce alla Parker Bros. Quando la Parker decide di produrlo sa bene che esisteva già The Landlor’s Game e per proteggere il copyright di quello che poi verrà messo in commercio con il nome di Monopoli, ne acquisisce preventivamente tutti i diritti.
Risultato: dopo anni di battaglie legali finite in nulla l’unica cosa che è riuscita a ottenere Elizabeth Magie è che finalmente, oggi, conosciamo la vera storia del Monopoli e della sua inventrice.
Source: freedamedia.it