Preservativo, pillola, spirale, anello, cerotto. Il mondo è pieno di metodi contraccettivi che ci aiutano a vivere liberamente e serenamente la nostra vita sessuale. Eppure, come spesso accade quando aumentano le possibilità e le alternative, scegliere può non essere poi così semplice, e nel caso della contraccezione la scelta è resa ancora più complicata dallo scarso livello di informazione che ancora oggi ruota attorno a certi temi, ritenuti, nonostante la loro assoluta naturalezza, scomodi.
Basta dare un’occhiata ai dati delle indagini svolte dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) per rendersi conto che la maggior parte delle ragazze italiane ha le idee parecchio confuse in materia di contraccezione. Per migliorare questa situazione e promuovere l’informazione sulla sessualità e la salute femminile, LINES ha deciso di lanciare la campagna Domande Scomode, mettendo a disposizione, sul suo sito, una serie di articoli e di video, realizzati in collaborazione con medici ed esperti del settore, che spaziano dal modo in cui funziona il ciclo mestruale, a tematiche inerenti all’educazione sessuale degli adolescenti.
Oltre alla disinformazione, molte ragazze lamentano un altro aspetto importante, di cui tutte ci siamo lamentate prima o poi: che la contraccezione in commercio sia solo a carico a femminile e non maschile – a eccezione, ovviamente, del preservativo, che – lo ricordiamo – è anche l’unico a proteggere dalle malattie a trasmissione sessuale.
Non sono però solo le ragazze a lamentare questa mancanza. Secondo un sondaggio condotto nel 2005 tra gli uomini di tutto il mondo, infatti, il 55% si è dichiarato interessato alla ricerca di un anticoncezionale maschile e disposto ad utilizzarlo. Ecco perché, per concludere la nostra guida alla contraccezione ci è sembrato doveroso soffermarci sul tema.
Nonostante non se ne parli molto, la ricerca di un contraccettivo maschile, quindi di un metodo in grado do impedire la fecondazione dell’ovulo femminile, evitando però la sterilità permanente dell’uomo e l’utilizzo di una barriera fisica, ha origini molto antiche, che risalgono al quinto secolo a.C. A quanto ne sappiamo, infatti, il primo a porsi il problema fu Ipocrite, che pensò di risolverlo attraverso il calore. Suggerì cioè di bloccare la vitalità degli spermatozoi immergendo i testicoli in acqua molto calda. Più avanti, nel primo secolo d.C, Discoride, un altro medico greco, pensò invece che si potesse ottenere un effetto contraccettivo ingerendo un succo alla cannabis. Entrambe le idee non si basano in realtà su principi errati: nel caso di Ipocrate è infatti indubbio che una temperatura elevata inibisca il funzionamento degli spermatozoi, tant’è che la tecnica da lui suggerita è stata utilizzata per molto tempo; nel caso di Discoride invece è stato recentemente dimostrato che la marijuana ha l’effetto di ridurre sensibilmente il numero degli spermatozoi.
Anche per quanto riguarda la ricerca di un contraccettivo maschile ormonale in realtà le cose sono iniziate un bel po’ di tempo fa, all’incirca nello stesso periodo in cui è iniziata la ricerca della pillola femminile, intorno cioè agli anni ’60.
Qualcuno di voi avrà sicuramente sentito parlare del pillolo, l’equivalente della pillola femminile, per gli uomini. Si tratta di un metodo che viene studiato e testato da tempo: la prima volta che si è pensato di aver raggiunto un risultato ottimale è stata nel 1994, quando i ricercatori del Cameron Martin della Edinburgh Royal Infirmary erano giunti ai test finali su una pillola a base di progesterone e testosterone. Una causa farmaceutica del olandese aveva deciso di coprire le spese di ques’ultima fase, ma il progetto era stato poi abbandonato.
Verso la fine del 2016 si era tornato a parlare di contraccezione maschile, in relazione agli studi su un anticoncezionale ormonale, a base di due ormoni, il noretisterone enantato e il testosterone undecanoato, da somministrare tramite una iniezione ogni 8 settimane. Nonostante si sia ripetuto spesso che il limite della contraccezione ormonale maschile sta nella sua inferiore efficacia rispetto a quella femminile, lo studio realizzato sull’iniezione, che ha analizzato il suo funzionamento su 320 uomini di età compresa tra 18 e i 45 anni e all’interno di una relazione stabile, non ha riscontrato differenze particolari in termini di efficacia, anzi. La vera differenza starebbe invece negli effetti collaterali, così forti da far desistere alcuni partecipanti allo studio, che hanno deciso di abbandonarlo prima del tempo. Disturbi dell’umore, acne, aumento improvviso o crollo improvviso della libido, sembrano verificarsi negli uomini con più facilità di quanto non lo facciano nelle donne – all’incirca nel 6,2%% dei casi, che sembra poco ma non lo è. Inoltre gli uomini, avvertono come meno pressanti gli effetti di una gravidanza indesiderata e sono quindi meno portati ad accettare effetti collaterali per evitarla, rispetto a quanto non lo siano le donne.
Insieme alla ricerca sulla contraccezione maschile ormonale sta proseguendo anche quella sugli anticoncezionali non ormonali, vale a dire su metodi che inibiscano il funzionamento dello sperma, senza agire direttamente sugli equilibri ormonali del soggetto. Le prime ricerche, in tal senso, sono state svolte da Nnaemeka Amobi del King’s College di Londra, che sta lavorando a un metodo che dissoci l’orgasmo dall’eiaculazione, a partire da una serie di psicofarmaci che possono avere questo effetto. Il problema è che i medicinali in questione hanno anche una serie di pesanti effetti collaterali, e quindi la ricerca è volta prevalentemente all’eliminazione di questi effetti.
Un altro metodo non ormonale è il Vasalgel, una soluzione composta da polimeri sintetici ad alto peso molecolare, che una volta iniettata nei dotti dell’apparato genitale maschile assume la forma di un gel, che separa il liquido seminale dagli spermatozoi, garantendo così un’eiaculazione vera e propria, ma non rischiosa. La sua sperimentazione è ancora in atto sugli animali, in particolare scimmie e conigli, ed è curata da una fondazione californiana, la Parsemus Foundation di Elaine Lissner.
Infine, da qualche anno si è iniziato a parlare della soluzione Dick Click, concretamente un vero e proprio interruttore a cui ha lavorato un falegname tedesco, che verrebbe inserito nei dotto maschili e potrebbe aiutare il soggetto a regolare autonomamente il flusso di sperma. L’interruttore viene inserito tramite operazione chirurgica, ed è realizzato con un materiale che viene già usato per fabbricare protesi, quindi altamente tollerabile dall’organismo. Il dispositivo, lungo circa 18 mm, è stato brevettato ma il suo utilizzo è ancora a uno stadio che precede la sperimentazione.
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Con la sua nuova campagna, LINES si pone l’obiettivo di avvicinare genitori e figli su tematiche che possono ancora creare qualche difficoltà comunicativa, e di migliorare l’informazione sulla salute femminile e sulla sessualità. Per qualsiasi dubbio o domanda scomoda potete trovare le vostre risposte nel nuovo programma di Sex Education su lines.it. Venite a scoprirlo!
Source: freedamedia.it
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