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Dj Fabo è morto. Finisce la “lunga notte” durata tre anni

“Fabo è morto alle 11.40”. L’annuncio viene dato su Twitter da Marco Cappato: Dj Fabo, al secolo Fabiano Antoniani, è morto in una clinica svizzera specializzata nell’eutanasia. L’annuncio di Cappato, dirigente dell’associazione Luca Coscioni che lo ha accompagnato, giunge a un giorno dal ricovero.


“Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo”, il polemico commento di Cappato alla notizia che il giovane artista divenuto cieco e tetraplegico in seguito a un incidente automobilistico nel 2014 e autore di numerosi appelli per accelerare l’iter parlamentare sul testamento biologico. era riuscito a ottenere l’eutanasia. 

“Vorrei poter scegliere di morire senza soffrire”, diceva dj Fabo nell’appello rivolto al Presidente della Repubblica perché intervenisse presso il Parlamento per far approvare al più presto la legge sul testamento biologico e il fine vita. Un desiderio che in Italia non può realizzare e che lo ha spinto ad andare in Svizzera.

Ieri aveva registrato l’ultimo messaggio, rilanciato su Twitter dall’associazione Coscioni: “Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e la ringrazierò fino alla morte”.

La “lunga notte” iniziata il 13 giugno 2014

Fabiano Antoniani, milanese, 39 anni, ex broker, assicuratore e poi dj di successo, “da ragazzo molto vivace e un po’ ribelle”, come si raccontava in un video, è passato a vivere una vita nel buio, nell’immobilità. E’ rimasto cieco e tetraplegico dalla notte del 13 giugno del 2014, quando fu vittima di un terribile incidente stradale: di ritorno da un locale del dj set milanese, per chinarsi a raccogliere il cellulare che gli era sfuggito di mano sbandò e la sua vettura si scontrò contro un’altra che procedeva sulla corsia d’emergenza. Fu sbalzato fuori dall’abitacolo e da lì ebbe inizio il suo calvario.

Guarda: Il racconto di Valeria, la fidanzata che gli è stata sempre vicino

Per quasi tre anni è rimasto “immerso in una notte senza fine” e ha lottato con la sua fidanzata Valeria e con l’associazione ‘Luca Coscioni’ per legalizzare l’eutanasia anche nel nostro Paese. “Non ho perso subito la speranza – raccontava – ho provato a curarmi anche sperimentando nuove terapie, purtroppo senza risultati. Mi sento in gabbia: non sono depresso, ma non vedo e non mi muovo. Sono bloccato a letto”.

Di recente le Iene gli hanno dedicato un servizio, su Twitter è diventato popolare un hashtag collegato al suo nome, #Fabolibero, il suo profilo Facebook seguito da più di mille persone. Fabo, meno di un mese fa, ha duramente criticato la decisione del Parlamento di rinviare la discussione sul testamento biologico: “E’ scandaloso che un gruppo di parlamentari non abbia il coraggio di prendere la situazione in mano per tanti cittadini che vivono come me”.

Source: agi.it/cronaca

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