I disturbi psicosomatici sono la prova dell’impatto che può avere la mente sul corpo. Sono stadi in cui è possibile evidenziare una serie di sintomi fisici reali relazionati a malattie invisibili, affezioni che non esistono organicamente, ma che sono il risultato di conflitti mentali, di problemi irrisolti che ci divorano dentro.
Leggere che vi sono alunni che a causa dell’ansia possono persino perdere la vista proprio prima di un esame può risultare poco credibile. Allo stesso modo, parlare del caso di una donna di 60 anni che ha perso la mobilità delle gambe perché convinta di avere un tumore alla colonna vertebrale può sembrarci una storia esagerata e difficile da comprendere.
Tuttavia, le prove ci sono e questi casi succedono ogni giorno, in tutto il mondo e in ogni momento. Per questo motivo, i neurologi e gli psicologi specializzati in disturbi psicosomatici imparano presto a dare spazio all’esposizione dei pazienti su quello che gli succede. Se dicono di avvertire dolore, questo dolore probabilmente è reale anche se non trova riflesso in una risonanza magnetica o nelle analisi del sangue.
Dare credibilità alla sofferenza di questi pazienti è essenziale. Così come alle persone che dicono di avere pensieri suicidi durante una depressione o a una persona schizofrenica quando dichiara di avere le visioni e determinate allucinazioni. Questa realtà esiste, esiste dentro la mente di quel paziente e può essere devastante. Quando la nostra mente prende il controllo, traumatizzata o assoggettata a uno stato d’ansia fortemente convulso, tutto può essere possibile.
Per disturbi psicosomatici intendiamo quel quadro di sintomi dove non è possibile trovare un correlato fisico oppure organico, dove tutti i disturbi e i limiti sofferti dalla persona dipendono solo dai suoi processi mentali. Pensiamo un attimo a cosa può significare ciò…è davvero tutto nella mia testa?
La verità è che al giorno d’oggi per gli esperti i disturbi psicosomatici continuano a essere un ambito di studio pieno di incognite. Si sa, però, che questo spettro di disturbi fisici associati allo stress mentale ha un correlato cerebrale: l’iperattività degli impulsi nervosi del cervello quando comunicano con diverse aree del corpo.
Al di là di individuare la causa dei disturbi psicosomatici, vi è un fatto ancora più importante. Pensiamo a un medico che spiega al suo paziente che il suo problema non è reale, che il dolore che prova al petto non è dovuto a un infarto, che la sua afonia non si deve a un problema alle corde vocali né una terribile emicrania a un tumore. È giusto dire a un paziente “cos’ha”, ma come aiutarlo a guarire questo qualcosa che ha origine nella sua mente?
I disturbi psicosomatici possono colpire qualsiasi organo, sistema, tessuto o struttura. Il loro impatto è immenso, di conseguenza non dobbiamo sottovalutare il potere della nostra psiche. Allo stesso modo, è necessario distinguere i disturbi somatoformi da quelli psicosomatici. Mentre i primi non presentano nessun sintomo fisico, nei secondi vi è un danno visibile nell’organismo (ad esempio, le ulcere).
I disturbi psicosomatici vengono trattati con due diversi approcci. Da una parte, come è evidente, bisogna intervenire sul sintomo fisico che presenta il paziente (ulcera, infezione, eczema…). In questi casi, la cosa più importante è affrontare l’autentico problema di base, conoscere l’universo psicologico del paziente e la tensione mentale irrisolta che somatizza nel corpo con maggiore o minore serietà.
Le tecniche utilizzate in questi casi sono molteplici e dipenderanno sempre dalla realtà personale di ogni caso. A volte risulta idoneo provare diverse terapie per vedere quale funziona meglio per il paziente, quale genera risultati più positivi e desiderati.
Per concludere, bisogna segnalare l’importanza e la sfida che rappresenta per molti medici cercare di offrire una soluzione a tutte queste persone che al giorno d’oggi soffrono di malattie psicosomatiche. Talvolta si tratta di realtà molto dure che meritano la nostra attenzione e sensibilizzazione.
Source: lamenteemeravigliosa.it