Non sapete cosa sono i disturbi del ritmo circadiano veglia-sonno? Non preoccupatevi, ne parliamo in questo articolo. Certamente vi sarà capitato di soffrire di insonnia, un disturbo molto comune.
Ci sono notti in cui si fa fatica a prendere sonno. Una volta nel letto, continuiamo a cambiare posizione, nel tentativo inutile di addormentarci. Altre volte apriamo gli occhi prima della sveglia e non riusciamo più a dormire. Sono due tipici casi di insonnia.
L’insonnia ha più di una causa. Spesso è il risultato di cattive abitudini del sonno (guardare la tv a letto, consumare sostanze stimolanti prima di andare a dormire, ad esempio). In altri casi i responsabili sono lo stress e la sovreccitazione del sistema nervoso.
I disturbi del ritmo circadiano, tuttavia, sono caratteristici di quello che viene chiamato “orologio biologico”; esso regola il ciclo di 24 ore (circa) dei processi biologici negli animali e nelle piante.
I ritmi circadiani sono ritmi biologici intrinseci e di natura periodica che si manifestano a intervalli di 24 ore. Si basano sulla rotazione giornaliera della terra intorno al sole (ciclo giorno-notte). Il termine proviene dalla parola latina “cĭrca” (intorno) e “dīes ” (giorno). Il significato completo, dunque, è “intorno al giorno”. Nei mammiferi il ritmo circadiano più importante è il ciclo sonno-veglia.
I ritmi circadiani non si trovano, quindi, solo negli esseri umani. Tutti gli esseri viventi, comprese le piante, gli insetti e i batteri ne sono soggetti. I processi che riguardano il sonno naturale funzionano con i ritmi circadiani. Gli esseri umani sono progettati per avere un ciclo naturale del sonno coerente con il ciclo giorno-notte. Quindi, possiamo dormire durante la notte e restare svegli durante il giorno.
I ritmi circadiani non determinano soltanto i modelli del sonno e dell’alimentazione degli animali. Occupano un ruolo altrettanto importante nelle attività cerebrali, ormonali e nella rigenerazione cellulare.
Diversi ricercatori sono giunti alla conclusione che deve esistere una struttura all’interno del nostro corpo che regola i ritmi circadiani.
Questa struttura è stata identificata nel cosiddetto nucleo soprachiasmatico. Si trova nel cervello, nella regione dell’ipotalamo, proprio dietro gli occhi. Questa area è responsabile del nostro sonno durante la notte e dello stato di veglia diurno.
Se ci addormentiamo o ci svegliamo un’ora prima del solito, in linea di massima non è un problema. Può diventarlo quando non riusciamo a svegliarci o non riusciamo a tenere gli occhi aperti durante la giornata lavorativa.
In questi casi, il ritmo del sonno diventa un problema e la diagnosi potrebbe essere di disturbo del ritmo circadiano.
Per poter diagnosticare un disturbo del ritmo circadiano, occorre soddisfare alcuni requisiti o insieme di sintomi:
A. Schema continuo o ricorrente di interruzione del sonno. Si tratta di uno schema dovuto a un’alterazione del sistema circadiano o a un allineamento difettoso tra il ritmo circadiano endogeno e la necessaria sincronizzazione sonno-veglia. È una necessità che dipende dall’ambiente in cui vive l’individuo o dalle sue abitudini sociali e lavorative.
B. L’interruzione del sonno provoca eccessiva sonnolenza, insonnia, o entrambe.
C. L’alterazione del sonno causa malessere clinicamente significativo o deterioramento dei rapporti sociali, lavorativi o in altre importanti aree in cui la persona occupa un ruolo attivo.
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5) esistono diversi disturbi del ritmo circadiano relativi al ritmo sonno-veglia.
È caratterizzato essenzialmente da un ritardo rispetto al ritmo del sonno (normalmente oltre le due ore) ovvero rispetto all’orario stabilito per addormentarsi o svegliarsi.
Potendo decidere il proprio orario di sonno-veglia, le persone con fase del sonno ritardata godono di una qualità e durata del sonno normale per la loro età. Tra i sintomi principali possiamo citare insonnia prima di addormentarsi, difficoltà a svegliarsi la mattina e pesante sonnolenza nelle prime ore della giornata.
In genere sintomi fanno la loro comparsa durante l’adolescenza o nella prima età adulta. Possono persistere a lungo, qualche mese o addirittura anni prima di arrivare a una diagnosi. L’intensità può diminuire con l’età, ma sono frequenti le ricadute. Un cambiamento nell’orario scolastico o lavorativo che comporti una sveglia anticipata causa un peggioramento del disturbo.
È caratterizzato da un ritmo sonno-veglia anticipato di alcune ore (normalmente oltre le due ore) rispetto all’orario di addormentamento o risveglio desiderato o convenzionale.
Questo disturbo porta a risvegli anticipati e sonnolenza diurna. Anche in questo caso, potendo decidere i propri orari, i soggetti con una fase del sonno anticipata godono di un sonno di qualità e durata in linea con la loro età. Chi soffre di “fasi del sonno anticipate” ha spesso una storia familiare di questo tipo.
Questo disturbo del sonno compare generalmente nella tarda età adulta, è persistente e ha una durata di oltre tre mesi.
Il ritmo sonno-veglia irregolare consiste principalmente in episodi di insonnia notturna (durante il normale ciclo del sonno) ed eccessiva sonnolenza (necessità di fare pisolini) durante il giorno. È caratterizzato dall’assenza di un ritmo circadiano sonno-veglia riconoscibile. Il sonno non ha un ritmo principale ed è frammentato in almeno tre fasi nel corso delle 24 ore.
La diagnosi di questo disturbo si basa principalmente su episodi di insonnia o sonnolenza eccessiva causati da una sincronizzazione anomala tra il ciclo luce-buio nel corso delle 24 ore e il ritmo circadiano endogeno. Le persone che ne soffrono presentano periodi di insonnia, sonnolenza intensa o entrambe, che si alternano a brevi periodi senza sintomi.
Questo tipo è più frequente nelle persone non vedenti o con alterazioni della vista, a causa della minore percezione della luce. Nelle persone vedenti si verifica anche un aumento della durata del sonno.
Colpisce in genere i lavoratori soggetti a turni o a un orario lavorativo diverso dal tipico orario 8:00 – 18:00 (specialmente lavori notturni).
Sono presenti sintomi persistenti di forte sonnolenza sul lavoro e ritmo del sonno alterato in casa che scompaiono quando il soggetto riprende il tipico orario lavorativo. Anche le persone che viaggiano con frequenza verso zone con fusi orari diversi possono presentare un effetto simile.
Se presentate uno di questi disturbi del ritmo circadiano, vi consigliamo di ristabilire abitudini del sonno più “regolari”, se vi è possibile. Se vi sembra troppo complicato o sentite di aver bisogno di un aiuto, uno psicologo potrà certamente aiutarvi a risolvere il problema.
Source: lamenteemeravigliosa.it
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