Secondo alcune stime, a soffrire occasionalmente di dispepsia sono circa il 20% degli italiani (Fonte Inran), ma è utile sapere che si parla di “dispepsia funzionale” solo quando si soffre di un disturbo cronico funzionale del tratto gastroduodenale. I sintomi quindi non devono essere collegati a malattie organiche (in questo caso si parla di dispepsia organica).
Quelli caratteristici sono disturbi che interessano la parte alta dell’addome, tra ombelico e lo sterno, e si ritiene che molte siano cause.
Dal punto di vista gastroenterologo, dispepsia – o “cattiva digestione” – è un’alterazione delle funzioni digestive a livello dello stomaco che si manifesta prevalentemente come dolore, bruciore (pirosi) o fastidio alla zona appena al di sotto delle costole e appena al di sopra dell’ombelico, in genere dopo aver mangiato.
È in buona sostanza quell’insieme di sintomi che manifestano una difficoltà degli organi del sistema digerente a svolgere la loro funzione di scissione e assimilazione del cibo.
Si sa, in effetti, che, tolte allergie o intolleranza, il nostro organismo riesce a digerire qualsiasi cibo commestibile. Quello che non tutti sanno è che la digestione è un processo molto complesso, che richiede molta energia all’organismo, per cui il vincolo delle calorie è fondamentale per garantire una buona digestione degli alimenti.
Per parlare di dispepsia, i sintomi non devono essere collegati a malattie organiche e si collocano nella parte alta dell’addome, cioè tra ombelico e lo sterno.
I sintomi tipici della dispepsia si concentrano nella parte superiore dell’addome e generalmente si preannunciano con un dolore abbastanza pungente o bruciante, oppure come un fastidio, localizzato a livello epigastrico. I disturbi si presentano più o meno frequentemente durante o dopo i pasti principali, con una sensazione di gonfiore addominale, di peso, di estrema sazietà anche se si è mangiato in minime quantità. Può capitare anche si avvertire nausea, di vomitare e di avere l’alito cattivo.
In generale, i sintomi di una dispepsia sono:
In concomitanza, può capitare che siano anche presenti anche alterazioni dell’alvo intestinale, con conseguenti stitichezza o diarrea. Molti pazienti che soffrono di sindrome del colon irritabile, infatti, avrebbero anche una dispepsia funzionale, non secondaria alla sindrome.
Si tratta, come vedete, di sintomi aspecifici, cioè che potrebbero essere il segnale di molte altre malattie gastroenterologiche, ma anche di altri organi. Per questo motivo, rivolgetevi sempre al vostro medico che, in caso di dispepsia sospetta, procederà con una esofagogastroduodenoscopia, che permette di individuare o escludere la presenza di malattie organiche alla base della sintomatologia e di determinare il grado di gastrite cronica eventualmente presente e la presenza di infezione da Helicobacter pylori, attraverso l’esecuzione di biopsie della mucosa gastrica. In caso di sintomi che indichino un ritardato svuotamento gastrico (digestione lunga, pesantezza e gonfiore postprandiali), il medico può anche procedere allo studio dello svuotamento gastrico con radioisotopi.
La dispepsia funzionale è in sé benigna e si risolve senza complicazioni. Rivolgetevi comunque al medico e se il disturbo persiste sappiate che potrebbe rappresentare piuttosto il sintomo di altre patologie, come un’ulcera gastrica o duodenale, una gastrite, il reflusso gastro esofageo, una calcolosi biliare o un tumore dello stomaco.
Nella grande maggioranza dei casi la dispepsia è funzionale e quindi da collegarsi a un’eccessiva secrezione dei succhi gastrici oppure a un deficit della motilità dello stomaco, con un ritardo nello svuotamento del contenuto gastrico.
Si tratta di condizioni occasionali, ma se non vengono trattate e se si continua con cattive abitudini alimentari o con un errato stile di vita, potrebbero diventare sostanzialmente croniche. Una dispepsia è senza dubbio favorita dallo stress e dall’abitudine a consumare i pasti in fretta e con una scarsa masticazione.
In linea di massima, le cause di dispepsia sono:
Nel caso di infezione da Helicobacter pylori, però, non si parla più di dispepsia funzionale, ma di dispepsia organica, perché secondaria ad altre malattie, che si ha anche nel caso di ulcere (peptiche o duodenali) e di gastriti. Ma possono determinare dispepsia anche altri disturbi a carico dell’esofago, come il reflusso gastroesofageo, del fegato e delle vie biliari e dell’intestino.
Quando la dispepsia organica, quindi, viene sottovaluta e trascurata può favorire il peggioramento delle malattie che ne sono all’origine.
Abbiamo detto che di dispepsia funzionale si guarisce e in genere abbastanza rapidamente se si attuano in primo luogo misure fondamentali come:
Sarà esclusiva cura del vostro medico farvi ricorrere, se necessario, anche a una cura farmacologica con antiacidi, alginati, inibitori della pompa protonica o procinetici.
Se si presentano in maniera del tutto occasionale, i sintomi possono essere anche curati in questo modo:
Inoltre, possono aiutare la digestione:
Source: greenme.it
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