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Disabilità intellettiva: definizione e tipologie

Le persone con disabilità intellettiva posseggono meno risorse cognitive oppure risorse cognitive meno sviluppate in rapporto alla loro età. Questo aumenta gli sforzi nel processo di apprendimento e di comunicazione in determinati contesti e per veicolare certi messaggi. Questa forma di disabilità di norma viene diagnosticata prima dei 18 anni e interessa l’1% della popolazione mondiale.

È importante sottolineare che la disabilità intellettiva non è una malattia mentale, bensì un disturbo dello sviluppo. Il soggetto in questione ha sogni, interessi, gusti e preferenze come tutti. È importante non stigmatizzare la malattia e, per questo, è meglio conoscerla meglio!

Funzionamento intellettivo e comportamento adattivo

La disabilità intellettiva può essere di gradi diversi e ciascuno di essi implica delle difficoltà. Si manifesta con problemi di ragionamento e pianificazione, difficoltà nella risoluzione dei problemi, nel pensiero astratto e nell’apprendimento; tutto questo è dovuto a un’acquisizione lenta e incompleta delle abilità cognitive.

Le capacità adattive dell’individuo con disabilità intellettiva possono essere molto limitate, da un punto di vista concettuale, sociale e pratico. La sua capacità di esprimersi linguisticamente o la sua letto-scrittura sono poco sviluppate, così come il suo senso di responsabilità o la sua autostima.

Di fronte ad attività quotidiane, come mettere in ordine, prendersi cura della propria persona o prepararsi da mangiare, può presentare un livello di autonomia variabile, a seconda del grado di ritardo. Tale variabilità è presente anche per quanto riguarda le attività strumentali o meccaniche.

Condizionamento della salute e delle interazioni sociali

La disabilità intellettiva può essere accompagnata da alterazioni relazionate alla salute fisica e mentale. A sua volta, tutto questo può avere un impatto su altre dimensioni.

Alcune sindromi che possono verificarsi con la disabilità intellettiva sono la sindrome di Rett, di Dravet, di Prader-Willi, di Down, di Asperger, l’X fragile o di Martin-Bell. Il soggetto, inoltre, è più predisposto a soffrire di malattie come obesità, diabete, HIV e MST o demenza.

Vengono compromesse anche la comunicazione, l’interazione o la partecipazione sociale della persona. Di fatto, le sue limitazioni intellettive e adattive ne rendono impossibile la normale partecipazione alla vita della sua comunità. Questo pregiudica tutti i suoi ambiti: casa, scuola, lavoro e tempo libero.

Il ruolo del quoziente intellettivo

Il quoziente intellettivo di per sé non è un criterio sufficiente per formulare una diagnosi di disabilità intellettiva. Oltre a definire quantitativamente l’intelligenza, è necessario fare una valutazione più profonda del funzionamento intellettivo della persona.

Il QI è inteso come la relazione che esiste fra l’età mentale e quella cronologica della persona. La prima si riferisce all’età che le corrisponde secondo il suo sviluppo intellettivo. In altre parole, quanto rende intellettualmente a confronto con il livello medio del suo gruppo di riferimento. L’età cronologica è quella biologica.

Si stima che esiste una certa disabilità intellettiva se il quoziente intellettivo è minore di 70. All’altro estremo si parla di persona superdotata, quando questo indice è al di sopra di 130. È proprio il QI che consente di classificare il grado di disabilità intellettiva.

Gradi di disabilità intellettiva

Secondo il DSM-IV la disabilità intellettiva può essere classificata come lieve, moderata, grave e profonda.

Lieve (QI da 50-55 a 70)

L’85% delle persone con disabilità intellettiva la presenta in forma lieve.

  • Dominio concettuale: pensiero astratto, abilità funzionali, flessibilità cognitiva e memoria a breve termine risultano poco compromessi.
  • Dominio sociale: interazioni sociali immature, questo incrementa il rischio che la persona con disabilità venga manipolata.
  • Dominio pratico: è necessario che venga supervisionata, orientata e assistita per realizzare compiti della sua vita quotidiana. Questo aiuto è molto importante soprattutto in situazioni stressanti.

Spesso durante l’infanzia non ci si accorge di questa disabilità.

Moderata (QI da 35-40 a 50-55)

Il 10% delle persone con disabilità intellettiva la presenta in forma moderata.

  • Dominio concettuale: hanno bisogno di continua assistenza per portare a termine attività quotidiane. A volte è necessario che altre persone si facciano carico di alcune delle loro responsabilità. Sono persone che con una supervisione moderata, in grado di acquisire le capacità necessarie per prendersi cura di loro stesse. Possono svolgere lavori che non richiedono qualifiche o che sono semi-qualificati, ma sempre con una supervisione.
  • Dominio sociale: quando devono comunicare verbalmente, il loro linguaggio è meno ricco e complesso. Questo fa sì che non possano interpretare correttamente alcuni codici sociali e che abbiano dei problemi a instaurare nuove relazioni.
  • Dominio pratico: con il sostegno e l’istruzione continuata possono sviluppare determinate abilità e capacità.

Grave (QI da 20-25 a 35-40)

Il 3-4 % delle persone con disabilità intellettiva la presenta in forma grave.

  • Dominio concettuale: molto limitato, soprattutto per quanto riguarda i concetti numerici. Il sostegno deve essere importante, costante e sotto molti punti di vista.
  • Dominio sociale: il linguaggio orale è molto elementare, le frasi sono grammaticalmente semplici e il vocabolario molto limitato. Le loro comunicazioni sono molto basilari, si limitano al qui e ora.
  • Dominio pratico: la supervisione deve essere costante per tutti i compiti che devono svolgere nella vita quotidiana.

Profonda (QI 20-25)

Sebbene siano una minoranza (1%-2%), la maggioranza di queste persone ha una malattia neurologica che spiega la loro disabilità intellettiva.

  • Dominio concettuale: il deficit è evidente. Considerano solo il mondo fisico e i processi non simbolici. Tramite istruzioni, possono acquisire certe abilità visivo-spaziali, come indicare. Le difficoltà motorie e sensoriali associate al disturbo di solito impediscono l’uso funzionale di oggetti.
  • Dominio sociale: comprensione precaria della comunicazione verbale e gestuale. Il loro modo di esprimersi è molto basilare, semplice e prettamente non verbale.
  • Dominio pratico: il paziente è del tutto dipendente, in tutti gli ambiti. Solo in assenza di danni motori o sensoriali sarà capace di partecipare a certe attività basilari.

Il ruolo delle istituzioni si fa essenziale se vogliamo creare un contesto più semplice e accessibile per le persone con disabilità intellettive. Diversamente, ai limiti che già hanno di per sé queste persone, se ne sommeranno altri ambientali. Ad ogni modo, non dobbiamo mai dimenticare che prima della disabilità viene la persona con sentimenti comuni a tutti, con dei sogni e molto da dare agli altri.

Source: lamenteemeravigliosa.it

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