Per fortuna si tratta soltanto di una proposta di legge (presentata all’indomani delle elezioni del 4 marzo 2018). Ma le conseguenze che potrebbe avere, in materia di divulgazione scientifica, sono potenzialmente devastanti. E ci riportano a un passato tenebroso, dove era l’autorità a decidere cosa potesse essere considerata cultura e cosa no. Se questa formulazione dovesse essere confermata, sarà Luigi Di Maio – o chi per lui – a decidere cosa trasmettere nelle trasmissioni Rai di divulgazione scientifica. Come nel caso di Super Quark e Ulisse, fortunati format firmati da Piero e Alberto Angela.
La proposta è stata formulata da Luigi Gallo, deputato del Movimento 5 Stelle. Consiste in un solo articolo che punta a modificare la legge del 2013 (la numero 112) in materia di accesso aperto all’informazione scientifica. Quest’ultima partiva dall’esigenza di adeguare la normativa italiana alla raccomandazione UE sull’accesso e sulla conservazione della stessa informazione scientifica, prevedendo – tra le altre cose – il sacrosanto diritto di poter consultare liberamente e senza costi le pubblicazioni realizzate attraverso istituti di ricerca pubblici.
Ma il Movimento 5 Stelle, evidentemente, ha voluto fare le cose in grande e ha voluto occuparsi anche di quel tipo di informazione – uno dei fiori all’occhiello del nostro servizio pubblico – che viene diffusa attraverso i canali Rai. Secondo la proposta di legge, infatti, «il Ministro dello sviluppo economico (che al vertice ha Luigi Di Maio, ndr), entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, istituisce una Commissione per la divulgazione dell’informazione scientifica, al fine di selezionare le migliori forme di diffusione della più recente informazione culturale e scientifica a favore della collettività, da trasmettere attraverso il canale radiotelevisivo pubblico».
Insomma, stando a questa modifica, il ministero di Di Maio dovrebbe «selezionare» ciò che il pubblico televisivo può conoscere o meno. Se si fa il paio tra questa proposta di legge e le recenti nomine ai vertici della Rai – con il sovranista Marcello Foa presidente – si capisce bene la portata che potrebbe assumere un provvedimento del genere».
«Un governo che ha dimostrato di avere delle posizioni anti-scientifiche sul caso dei vaccini – ha affermato la deputata del Partito Democratico Simona Malpezzi ai microfoni di Giornalettismo – non può decidere cosa sia divulgazione e cosa no. Questa è una decisione da regime totalitario, inaccettabile».
Nella legge del #M5S in materia di accesso aperto all’informazione scientifica si prevede di far istituire a #DiMaio un “Comitato per la divulgazione dell’informazione scientifica” che deciderà cosa trasmettere attraverso i canali della #Rai sovranista. #provediregime
— simona malpezzi (@SimonaMalpezzi)
Tra le punte di eccellenza che la Rai riesce a offrire ai suoi telespettatori c’è proprio la divulgazione scientifica. Non solo programmi come Ulisse o Super Quark, ma anche altri format simili su tutti i canali della piattaforma hanno da sempre caratterizzato positivamente l’attività del servizio pubblico. La prospettiva che a decidere le loro scalette possa essere Luigi Di Maio o una commissione da lui nominata fa davvero sensazione.
Source: Giornalettismo
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