ROMA (ITALPRESS) – Il nome del partito di cui è stato tra i fondatori, diventa un auspicio sullo scenario continentale che potrebbe emergere dal voto dell’8 e del 9 giugno: serve più Europa su diversi fronti, dalla difesa alla politica estera, dall’economia all’innovazione tecnologico-digitale fino all’immigrazione. A promuovere questa visione è Benedetto Della Vedova, deputato e fondatore di +Europa, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano – Elezioni europee 2024” dell’agenzia Italpress. Pur non essendo direttamente candidato a Bruxelles, Della Vedova è in prima linea nel sostegno a Stati Uniti d’Europa, la lista nata dall’accordo tra Emma Bonino e Matteo Renzi con l’obiettivo, spiega il deputato, di vedere un’Unione europea “più integrata, più politica, con un sistema comune di difesa e con un budget più significativo di quello attuale: come ha detto Mario Draghi il mondo è cambiato velocemente, se vogliamo arrivare pronti ai prossimi decenni dobbiamo essere più compatti”. Dall’altra parte si manifesta in Della Vedova il timore di “condannarci all’irrilevanza nel mondo e all’inefficacia interna”.
“I bilancio dell’Europa oggi vale l’1% del Pil di tutti i paesi europei, la capacità di intervento delle istituzioni continentali è marginale e ben lontana dal livello di Stati Uniti e Cina. Oggi l’Unione europea dovrebbe operare su quelle cose che i singoli Stati non riescano a fare, come ad esempio difesa e politica estera: sulla crisi in Medio Oriente ci sono 27 pareri diversi, come anche sulla politica energetica. Così rischiamo solo di scomparire di fronte alle offerte della Cina sulle materie prime”. Altro tema delicato riguarda la possibilità, auspicata da Stati Uniti d’Europa, di eliminare il diritto di veto ai singoli paesi in fase di votazione: “Orban ha detto che dirà no a ogni supporto all’Ucraina da ora in poi: basta il supporto di un qualsiasi paese a Putin per bloccare qualsiasi decisione europea – sottolinea Della Vedova, – La nostra prima richiesta sarà proprio la fine del diritto di veto, per togliere l’unanimità europea in tema di politica estera e di sicurezza: divisi come siamo non saremmo mai in grado di difenderci da eventuali aggressioni. Oggi si fanno solo compromessi al ribasso, senza confronto e senza arrivare a posizioni importanti: così l’Europa non può contare nulla nello scenario internazionale nè tutelare i propri interessi”.
Il deputato di +Europa attacca poi il governo sulle parole della Lega contro il presidente della Repubblica e sulla sanità: “Ha ragione Mattarella quando parla di sovranità europea, perchè non è in contraddizione con la sovranità italiana: Salvini reitera l’attacco al capo dello Stato, ritengo che Meloni dovrebbe dire qualcosa di chiaro su questo. Le liste d’attesa negli ospedali sono un tema drammatico che non è responsabilità del governo Meloni, ma in 19 mesi mi sarei aspettato dall’esecutivo un provvedimento discusso con l’opposizione anzichè uno spot elettorale a due giorni dal voto: l’obiettivo da raggiungere è sacrosanto, ma il decreto proposto dal governo è inadeguato”.
Della Vedova difende la svolta ecologica dell’Unione europea e invita il governo ad aprirsi a un futuro in cui l’auto elettrica dovrebbe prevalere su quella a diesel o benzina: “La svolta ecologica è fondamentale per ragioni sia ambientali sia tecnologiche: paghiamo quotidianamente il dramma della crisi climatica, soprattutto con gli eventi estremi. Sulle innovazioni tecnologiche e digitali ci giochiamo il futuro e dovremo essere pronti sul piano industriale. L’auto elettrica è la scommessa per la mobilità di domani, è inutile insistere su diesel e benzina”.
“I costi dei veicoli saranno sempre più bassi e le tecnologie sempre migliori, non possiamo permetterci di rimanere arroccati in un fortino. L’Europa deve essere protagonista anche in questa nuova filiera che si lascia alle spalle il motore a scoppio”.
Critica invece la posizione sulla proposta del Movimento 5 stelle di un reddito di cittadinanza europeo in quanto, spiega Della Vedova, “il modello italiano è stato gestito malissimo: serve piuttosto un sistema continentale di sussidio alla disoccupazione per gestire gli squilibri tra i vari paesi. Durante il Covid c’è già stato un finanziamento europeo per sostenere l’aumento della cassa integrazione nei singoli paesi: gli interventi sociali di base contro povertà e disoccupazione sono positivi, ma tutto dipende da come vengono organizzati e io non lascerei mai che a gestirli sia il M5s”.
Ancora più netta la posizione sul fenomeno migratorio, in particolare riguardo al recente patto tra Italia e Albania: “Sul fronte migranti serve una politica europea e non un accordo tra due Stati: fare una politica comune di difesa delle frontiere non deve tradursi in buttare fuori tutti”.
“Servono azioni rigorose ma umane, che prevedano quote d’ingresso significative per chi viene a cercare lavoro in Europa. Bisogna impegnarsi per evitare le partenze illegali e l’Europa in cambio dovrebbe ammettere un flusso di massimo mille persone, che sia tracciabile e legale: solo così possiamo depotenziare i rischi legati all’immigrazione irregolare e togliere il terreno ai trafficanti di esseri umani. Anche quello in Albania è uno spot elettorale a pochi giorni dal voto e noi lo contestiamo con forza: sono convinto che questa strategia non funzionerà, coinvolgerà un numero limitato di persone, sarà molto costosa e creerà un’infinità di contenziosi giuridici”.
– foto Italpress –
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