Dalle Alpi agli Appennini è “Nevediversa”

Ritorna Nevediversa la campagna invernale che accende i riflettori sulla vulnerabilità delle nostre montagne. Molte le iniziative, distribuite tra Alpi e Appennini.Tutte quante raccontano come un turismo alternativo alla monocultura dello sci alpino sia bello e importante. «L’obiettivo è quello di sostenere un turismo slow in contrasto con pratiche aggressive come l’eliski, oggi purtroppo alla moda. – spiega Wanda Bonardo responsabile Alpi di Legambiente – Quest’ultimo, sebbene rischioso e fortemente impattante sulla naturalità degli ambienti, sta imperversando in particolare nell’arco alpino, in presenza o meno di regolamentazioni. L’eliski si rivela sempre più una pratica dannosa per la montagna anche laddove ci sono aviosuperfici autorizzate e dovrebbe essere vietato nelle montagne italiane come già accade in Francia,Germania, Slovenia e Liechtenstein».

Il momento clou di Nevediversa  sarà  tra sabato 25 febbraio e domenica 26 febbraio con iniziative che proseguiranno anche nei fine settimana successivi. Gli eventi di Nevediversa  consistono nel fare tutto quello che si può  senza mai utilizzare impianti di risalita o piste da discesa. Si va dalle ciaspolate (diurne o notturne) alla  tavolata di cibus loci, dalla passeggiata con scarponi o sci da fondo ad un’osservazione del cielo d’inverno…

«Siamo pienamente consapevoli – continua Bonardo – che tuttora il turismo invernale costituisca una fonte di reddito indispensabile per l’economia del territorio montano. Questo però deve essere ripensato alla luce di quanto sta accadendo sia sul fronte dei cambiamenti climatici sia su quello delle abitudini e degli stili di vita».

ll territorio alpino per la sua specificità, reagisce con estrema sensibilità al mutamento del clima e quindi ne rappresenta un vero e proprio sistema di preallarme climatico. Negli ultimi 150 anni le Alpi hanno registrato un aumento delle temperature di quasi due gradi centigradi: più del doppio della media globale dell’intero pianeta. Anche il recente rapporto 2017 dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) sottolinea come gli impatti del cambiamenti climatici saranno particolarmente rilevanti e impattanti nella regione alpina.

I cambiamenti climatici in atto genereranno situazioni critiche, sia per la mancanza di neve, sia per l’aumento dei rischi da eventi naturali. La natura, qui particolarmente reattiva, impone all’economia turistica una veloce costruzione di strategie di adattamento. Strategie che se adeguatamente sviluppate potrebbero costituire un modello di futuro climaticamente sostenibile, di riferimento per le regioni di ogni parte del mondo, oltre che una nuova opportunità per gli abitanti delle terre alte.

E’ stabile il numero dei praticanti dello sci da discesa, si conferma attorno ai 2 milioni. Tuttavia è oramai assodato il loro numero non aumenterà più e a nulla serviranno i nuovi progetti di infrastrutture sciistiche. Gli italiani fanno sempre più fatica a spendere per lo skipass mentre crescono esponenzialmente gli appassionati di pratiche sia slow che extreme. Gli amanti delle ciaspole passano da 322mila praticanti nel 2010/2011 a 503mila del 2015/2016. La pratica dello scialpinismo ha visto un aumento ben del 55% dal 2010/2011 al 2015/2016 (dati Skipass-Osservatorio del turismo montano). I turisti sono sempre più attratti da piccoli centri immersi in ambienti naturali autentici e le ciaspole come la pratica del nord walking rispondono ad una maggiore domanda di socializzazione oltre che di grande libertà. La crescita di pratiche così vicine alla naturalità dei luoghi è indice di una ricerca di esperienze uniche e irripetibili in una montagna con effetto disintossicante. Insomma una Nevediversa da raccontare e condividere con tutti­.

 

Source: lanuovaecologia.it

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