PALERMO (ITALPRESS) – L’olio prodotto con gli ulivi del “Giardino della Memoria”, che verrà consacrato durante la messa crismale del giovedì Santo, sarà utilizzato come olio Santo dalla Chiesa siciliana nel corso dell’anno liturgico. Questa mattina si è svolta a Capaci la cerimonia di consegna nel luogo in cui è avvenuta la strage, nel 1992, dove ha perso la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta. A consegnare nelle mani degli Arcivescovi delle Diocesi di Palermo e Monreale, del Vescovo di Cefalù e dell’Eparca di Piana degli Albanesi, l’olio sono stati il questore della provincia di Palermo, Leopoldo Laricchia, e Concetta Martinez Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, capo scorta di Giovanni Falcone. L’olio sarà affidato ai Questori dell’Isola, che a loro volta lo distribuiranno ai Vescovi delle altre Diocesi siciliane che lo utilizzeranno nel corso di determinate cerimonie in una anno che tra l’altro coincide col 30esimo anniversario della strage. Un olio che nasce quindi da ulivi piantumati su quella terra macchiata dal sangue dei martiri della giustizia e che adesso rappresenta la rinascita, il riscatto.
L’iniziativa è stata curata dalla Questura di Palermo e dall’Associazione Quarto Savona 15, anche grazie al contributo offerto dai giovani studenti dell’Istituto Superiore “Majorana” e da minori detenuti presso l’Istituto Penale per Minorenni “Malaspina” nell’ambito di un progetto, denominato “Laboratorio Giardino della memoria”. Mentre Coldiretti Sicilia ha donato tutte le bottiglie e stampando il libretto con la storia dell’olio.
“Finalmente dopo 30 anni le istituzioni sono in questo luogo – dice Concetta Martinez Montinaro -. Ci hanno fatto male ma non hanno vinto loro”, aggiunge con le lacrime agli occhi.
“L’olio oltre ad essere un elemento fondamentale – spiega il vescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice – è il segno di una missione che viene affidata, il segno di un invio. E’ un segno che brucia, che pesa. Ho sentito subito la portata e la responsabilità che contiene questo gesto. E’ un compito che non riguarda solo i cristiani”.
“E’ un’iniziativa che nasce da un’importante idea che va avanti da circa un anno – sottolinea il questore Laricchia -. Abbiamo dato un segnale, ci hanno lavorato i ragazzi del Malaspina. E’ un gesto che afferma che dal sangue dei giusti si può continuare a sperare. I giusti non sono morti ma i giusti danno riscatto”. Presente anche Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da cosa nostra proprio in quel luogo: “In questo posto io non vorrei mai venire, ma oggi era necessario. Sono qui con la memoria rivolta al passato e con la speranza per un futuro migliore della nostra terra”. Alla cerimonia hanno partecipato anche il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao e altre numerose istituzioni.
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