Capita che a volte si critichi e si giudichi senza alcuna intenzione costruttiva. Per qualche motivo, ci sono sempre persone pronte a proiettare la loro negatività e le loro insicurezze giudicando quello che fanno o meno gli altri, in modo chiaro o tra le righe. Sono persone che si dedicano alla trasmissione e diffusione di quelli che secondo loro sono difetti e cattivi esempi.
In maggiore o minor misura, siamo stati tutti vittime o artefici di giudizi e critiche distruttive. Criticare è una pratica talmente diffusa da aver permesso la proliferazione di programmi televisivi e radiofonici basati unicamente su questo: cercare di danneggiare le persone criticandole e giudicandole. Al giorno d’oggi, questi programmi riscontrano un successo di audience sempre più in crescita. Cosa sta succedendo? Perché ci comportiamo così?
Comprendere il meccanismo della critica ci può aiutare a capire come funziona tale condotta. È per questo che a seguire vi spieghiamo alcune delle principali cause per cui le persone cercano di aggredire e danneggiare gli altri attraverso giudizi e critiche per nulla costruttive.
“Tutto, assolutamente tutto è criticabile. Si tratta solo di avere immaginazione”
Alla base delle critiche possono esservi i sentimenti di inferiorità, così come di superiorità. Per molte persone, il sentimento di superiorità non è altro che una maschera con cui nascondere il proprio senso di inferiorità, un luogo nel quale sentirsi meno insicuri.
Cercano così di soddisfare la loro necessità di sentirsi forti e superiori, anche se questo le porta a calpestare gli altri danneggiandone l’immagine attraverso la critica.
“Quando alle persone mancano i muscoli delle braccia, li compensano con quelli della lingua”
-Migel Delibes-
Critichiamo gli altri al fine di ridurre i nostri difetti. Quando critichiamo gli altri, ci auto-inganniamo convincendoci che il problema si trovi in loro e non in noi stessi. Quando critichiamo, cerchiamo di convincerci che gli altri commettono errori più gravi rispetto ai nostri, così da non stare troppo male.
Criticando, molto spesso riflettiamo quello che ci dà fastidio di noi stessi. Proiettiamo le nostre paure ed insicurezze. Non accettare alcune caratteristiche personali e riconoscere negli altri genera rifiuto e attiva la critica. Questo fenomeno è conosciuto come “l’Io ripudiato”.
Le persone gelose ed invidiose sono grandi generatrici di critiche. Sentirsi inferiori mette in moto un meccanismo di difesa che consiste nel portare al ribasso le qualità dell’altra persona tramite la critica. In questi casi, è frequente magnificare i difetti, che si vedono o che si inventano, nell’altra persona.
“Queste persone non sono abituate a realizzare un’auto-critica, bensì dirigono le loro energie verso il giudizio altrui. In quest’ottica, allontanano lo sguardo da sé per paura di quello che potrebbero vedere”
Alcune persone basano le loro relazioni sociali sulla critica nei confronti altrui. Gli studi ci dicono che spesso, per entrare a far parte di un gruppo sociale, siamo portati a criticare le persone appartenenti ad un altro gruppo. Così, la critica agisce come rinforzo di quel sentimento di appartenenza verso sé stessi e verso il resto dei componenti del gruppo (endogruppo).
La critica viene spesso influenzata dalla reazione del resto del gruppo. Se viene rinforzata, molto probabilmente aumenta di intensità e frequenza. Viceversa, se viene respinta, la persona ricorrerà ad altre vie per rafforzare il proprio sentimento di appartenenza.
Infine, quando siamo convinti di essere esperti in una materia, possiamo criticare gli altri con lo scopo di dimostrare quello che sappiano e affermare la nostra posizione. Questo si deve ad una mancanza di autostima e un desiderio di ammirazione irrisolto o mal risolto, ad ogni modo sicuramente insoddisfatto.
Il desiderio di rivincita può essere uno dei motivi che possono portare a criticare gli altri. Alcune situazioni non vengono accettate del tutto e restano, quindi, irrisolte. In questi casi si utilizza la critica come strumento di umiliazione e vendetta. Quando non abbiamo avuto il coraggio sufficiente per dire in faccia a qualcuno che ci ha ferito, ricorriamo alla critica per colmare la nostra frustrazione, la nostra rabbia o insoddisfazione.
“La critica è, in realtà, un luogo dove riporre la nostra rabbia. Cosa facciamo quindi? Critichiamo, perché è comunque meglio che sedersi a guardare la propria rabbia.”
-Jorge Cassieri-
La critica come vendetta è strettamente relazionata con la vendetta come manipolazione. A volte si critica spinti dalla perversa intenzione di mettere qualcuno contro la persona criticata, per separarla da gruppo, isolarla…
Quando sentiamo di poter pretendere un trattamento speciale, e siamo convinti di non riceverlo, pensiamo che gli altri siano in debito con noi. A volte, a causa di un sentimento narcisista, ci fissiamo sull’idea che gli altri debbano essere al nostro servizio. Quando sentiamo che questo non accade, ricorriamo alla critica per lamentarci, sminuire e far sentire male gli altri.
“Invece di criticare gli altri, elogiateli. Vedrete che in un mese sarete in grado di notare in voi un grande cambiamento”.
La critica, in ogni sua forma e a prescindere dalla fonte, è inevitabile. Partendo da questo presupposto, si applica la “legge dei tre terzi”. Questa legge sostiene che un terzo delle persone ci ama, un altro terzo ci odia e l’ultimo terzo è rappresentato da persone che, pur non conoscendoci, danno opinioni sul nostro conto.
Non va sottovalutato il potere negativo e distruttivo legato alle critiche. Winston Churchill paragonò la critica subita ad un vero e proprio dolore fisico e uno studio ha recentemente svelato che l’esperienza del rifiuto, delle critiche e dell’umiliazione vengono processate dalla stessa area del cervello, proprio quella incaricata di processare anche il dolore.
“Con le pietre che con cattiveria i critici ti lanciano, si potrebbe costruire un monumento”
–Kant-
Per gestire e convivere con la velenosa epidemia sociale delle critiche distruttive, bisogna avere chiaro in mente che bisogna allontanarsi o proteggersi dalle persone nocive. Queste persone sono esseri negativi che hanno come unico obiettivo quello di dedicarsi ad avvelenare gli altri, al solo scopo di arrecare danno.
La cosa migliore da fare in questi casi è mantenere le distanze, soprattutto quando cercano di renderci “complici” delle critiche. Non dimentichiamo che l’interazione con queste persone, oltre a rappresentare uno scambio molto povero, può essere nociva per la nostra salute emotiva e sociale.
In conclusione, la chiave consiste nel non lasciarsi contaminare né coinvolgere, oltre a non lasciarsi ferire dalle critiche. Ricordiamo che la critica parla più di chi critica che di chi viene criticato e che si tratta, dunque, di un suo problema non nostro.
“Per evitare la critica, non bisogna dire niente, non fare niente, non essere niente.”
-Elbert Hubbard-
Source: lamenteemeravigliosa.it
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