Un detto popolare recita: “La mente mente”. Nonostante sia vero, a volte sembriamo perdere di vista la grande verità che vi è racchiusa: i pensieri, nel bene e nel male, governano la nostra vita. Di fatto, sono molte le convinzioni che ostacolano la crescita personale, tuttavia, non riusciamo ad accettarlo.
C’è un esempio che lo mostra chiaramente. Pensiamo a qualcuno che crede ciecamente in un amuleto. Un giorno lo perde e sente che, da allora, tutto gli va male. Un ciondolo o un braccialetto hanno forse il potere di determinare la nostra vita? Se lo pensiamo razionalmente, diremmo di no, ma chi ce l’ha e ci crede non dubiterà un secondo a rispondere il contrario.
Da fuori, si vede chiaramente che queste convinzioni ostacolano la crescita personale, ma per chi le possiede non è così. Dunque, molte persone non credono in quel ciondolo, bensì in certe idee che hanno lo stesso effetto dell’amuleto. Vediamone alcune.
“Credere è più facile che pensare. Ecco la ragione di tanti credenti”.
-Anonimo-
È una delle convinzioni che ostacolano la crescita personale perché basa tutto su qualcosa che manca. È tipico di quelle persone che dicono a se stesse che non sono belle a sufficienza, o intelligenti o ricche e così via. E quel “difetto” è ciò che impedisce loro di essere felici.
Si tratta di una convinzione chiaramente errata. La sua funzione è quella di dissuadere dal vero problema: non accettarsi. Avere qualcosa in eccesso non garantisce a nessuno la felicità. Inoltre, ogni essere umano ha delle qualità ed è privo di altre.
Provare una forte sofferenza segna sempre. C’è di più, in alcune persone le ferite non si cicatrizzano. L’unica cosa che desiderano è non soffrire mai più e non provare altro dolore. Il loro desiderio è così forte che giungono a una decisione molto drastica: smettere di provare sentimenti.
Ovviamente, questo è impossibile. Ciò che succede è un’auto-inibizione dei sentimenti così forte che è come se non li sperimentassero. Di conseguenza, tutto ciò li priva anche di molte esperienze meravigliose e impedisce loro di imparare a superare le sofferenze che, prima o poi, averranno nella loro vita.
In questo caso, gli altri sono dei meri punti di riferimento, una misura del nostro ego. Se li superiamo, ci sentiremo soddisfatti di noi stessi. Se non ci riusciamo, proveremo frustrazione e fastidio.
Questa è una delle convinzioni che limitano la crescita personale perché ci fa vivere la relazione con gli altri come una competizione. Nessuno è migliore o peggiore di un altro. Piuttosto, può agire con più o meno successo, in alcune specifiche circostanze.
È ciò che conosciamo anche con il termine “vittimismo“. Si tratta di una convinzione illusoria che ci porta a credere di trovarci sempre in una situazione peggiore rispetto agli altri. Che siamo gli unici a soffrire in questa proporzione e ad avere tanti problemi.
Si tratta di una credenza egocentrica che pretende di giustificare la nostra sofferenza o la nostra frustrazione. In realtà, nella vita di ogni persona ci sono gioie e dolori. Misurarne l’intensità è impossibile.
La felicità è soprattutto un atteggiamento e un sentimento integrale. Non dipende da un oggetto o da un fatto. Presuppone aver creato un buon livello di armonia verso la vita. Aver sviluppato l’umiltà, l’ottimismo e la speranza.
Non si è più o meno felici a causa di un fattore esterno. Questa convinzione ostacola la crescita personale. Non ci sentiremo più realizzati, e a lungo, con una macchina nuova o con una nuova persona accanto. La felicità, o si trova dentro di noi o non c’è da nessuna parte.
Si dice che nella maggior parte dei casi non possiamo evitare i problemi né scegliere di non averli. Ciò che possiamo scegliere, però, è se soffrire o meno a causa di essi. Alcuni vedono nelle difficoltà una sfida, un’opportunità per poter essere migliori. Altri le vedono come qualcosa di completamente negativo.
In quest’ultimo caso, è possibile sviluppare una convinzione che ostacola la crescita personale. Convincersi che soffrire per qualsiasi cosa sia normale. Che non vi sia altra scelta. Che ci troviamo, in realtà, in una valle di lacrime e che si abbandona un dolore soltanto per incontrarne un altro. Si arriva persino a pensare che il buono non sia altro che un presagio del male.
C’è chi preferisce spiegare le proprie frustrazioni o i propri limiti nascondendosi dietro a un fattore esterno. Pensa che se non fosse per i suoi genitori, per la disoccupazione, o per l’ingiustizia nel mondo sarebbe completamente felice. In poche parole, dà la colpa di quello che prova a qualcosa di esterno. Questo è falso. L’essere umano ha la capacità di superare gli ostacoli, a patto che lo renda un proprio proposito.
Come abbiamo visto, tutte queste convinzioni impediscono la crescita personale e s’infiltrano nella nostra vita in maniera quasi impercettibile. Senza rendercene conto, le trasformiamo in una sorta di ricetta che ci permette di interpretare ogni cosa. In realtà, ci portano solo alla cecità e ci impediscono di vedere il panorama in tutta la sua ampiezza.
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