Le nozze da 14 miliardi tra Amazon e la catena bio Whole Foods hanno acceso negli Usa la guerra per il controllo della grande distribuzione alimentare, un business da 800 miliardi di dollari, destinato a diventare la platea di una grande rivoluzione, che muterà radicalmente il panorama dei supermercati più tradizionali, tipo Wal Mart, Costco, Target, Kroger, Sefeway.
Venerdì a Wall Street i titoli di questi gruppi sono letteralmente affondati, dopo la mossa a sorpresa di Jeff Bezos, il boss di Amazon. Le perdite sono oscillate tra il 4% e il 9%, confermando che i big del settore, già indeboliti dalla crescita delle vendite online, dovranno ora guardarsi le spalle anche dalla concorrenza della nuova frontiera del retail: le consegne a domicilio e i negozi senza cassa. In realtà una guerra senza quartiere nella grande distribuzione Usa l’avevano già preannunciata nei giorni scorsi Lidl e Aldi, i due giganti del discount tedesco, i quali avevano fatto sapere che sono pronti ad ampliare la loro presenza sul territorio statunitense, non limitandosi alle grandi città ma penetrando nell’America più profonda.
La sfida sull’e-commerce
Inoltre Amazon ha da tempo sfidato Walmart e gli altri gruppi della grande distribuzione tradizionale sul terreno dell’e-commerce. Da anni ormai Amazon e Wal Mart si combattono, contendendosi il primato delle vendite. Walmart si trincera dietro i suoi 4.500 supermercati, che non temono i 460 negozi bio che Amazon ha appena comprato da Whole Foods, e la stessa Wal Mart ha aperto una catena di pickup, cioè di punti vendita, ai quali ci si può rivolgere online, ritirando in giornata i cibi ordinati. Tuttavia, nonostante queste difese abbiano finora arginato l’offensiva online di Amazon, la concorrenza del colosso dell’e-commerce si fa sentire, morde, come dimostrano i ripetuti segnali di stress che provengono dalle vendite trimestrali, spesso stagnanti di Wal Mart.
Bezos ha sfruttato la debolezza di Whole Foods
La stessa Whole Foods, un pioniere dei supermercati bio Usa, non ha ceduto a caso alla corte di Amazon, lo ha fatto perché i suoi trend di crescita rallentavano e i profitti calavano. Bezos ha quindi trovato un varco e ne ha approfittato e, forte del suo nocciolo duro nell’e-commerce, è sbarcato nel retail, le vendite al dettaglio, comprandosi la ‘perla’ del bio Usa, con l’intenzione di trasformarla, di renderla più redditizia e meno di lusso, facendo leva sulle consegne a domicilio e su una distribuzione diversa da quella tradizionale: niente più casse e forti sconti per gli abbonati Prime di Amazon, consegne di cassette alimentari a domicilio con prezzi da abbonamento, tutte strategie aziendali e di marketing che ora potranno contare su una spettacolare offerta bio.
Amazon cambia la sua offerta
Amazon potrà dunque far leva sull”organic’ per cambiare e diversificare il suo tipo di offerta: non più prodotti di nicchia, costosi, esclusivi, come quelli tipicamente offerti da Whole Foods, ma articoli di qualità, a prezzi più competitivi, distribuiti con vendite a domicilio, senza dover fare lunghe e noiose file alle casse. Nei punti vendita Amazon i clienti potranno entrare, parcheggiare, mentre dei sensori leggeranno le targhe delle loro auto, riconoscendo gli abbonati e i loro ordini e dei commessi recapiteranno a ciascun cliente le cassette e le buste con la spesa, accreditando i pagamenti online, tramite carta di credito.
Negozi simili a hub
Saranno queste, a grandi linee, le nuove frontiere della grande distribuzione: negozi snelli, simili ad hub, cioè centri di smistamento, terminali online di una rivoluzione delle vendite che, al momento, è solo agli inizi. Amazon fa da apripista, ma non è l’unica a puntare su novità di questo genere. Ci sono anche altre società negli Usa già pronte a recapitare i prodotti alimentari e quelli per l’igiene e per la casa alla clientela, senza file alle casse e con ordinazioni e pagamenti online.
I concorrenti
Per esempio c’è Istacart, una ditta creata da Apoorva Metha, un ex dipendente Amazon, alla quale si può ordinare la spesa online, sapendo che l’azienda, a sua volta, non ha negozi propri ma fornisce un servizio e, quindi, si rivolgerà a una propria rete selezionata di punti vendita, consegnando la merce direttamente a casa, tramite pony express. Oppure c’è FreshDirect, nata nel 1999, che consegna a casa, o in ufficio, operando in particolare nella regione di New York, merci e pasti cotti ‘just in timè, specializzata nel recapito di cibi freschi e bio. Un’altra novità è Blue Apron, un servizio che consegna a casa pacchi con tutti gli ingredienti per mettere in tavola dei piatti particolari, spesso di cucina etnica, o italiana, con incluse le ricette e le istruzioni su come procedere per la preparazione e la cottura. Insomma, la rivoluzione della grande distribuzione alimentare negli Usa è iniziata e l’affare Amazon-Whole Foods la ha accelerata, resa evidente, trasformando un mercato di nicchia come il bio in un futuro grande mercato di massa dell”organic’ e aprendo le porte al futuro del gigantesco mercato del retail statunitense.
Source: www.agi.it