Un giorno a 27 anni mi sono svegliata e ho trovato un capello bianco tra i miei ricci neri. Questa cosa, mi aveva assicurato mia mamma, non sarebbe dovuta succedere perché a lei i capelli bianchi sono arrivati dopo i 40. Per tutti gli anni della mia adolescenza mi ha ripetuto questo mantra, tant’è che pensavo di fare parte di una stirpe eletta, una casata portatrice sana di capelli lucenti, folti e sempre neri. Immaginavo mia mamma, me e i miei futuri figli ritratti in una posa fiera con i capelli al vento in un arazzo da esporre nel salone del nostro castello. Sotto l’arazzo avrebbero scritto La casata dei capelli neri fino a 40 anni.
Ho vissuto in questa menzogna per tutti questi anni e quel capello bianco ne è testimone. Com’è potuto accadere che sto invecchiando ancora prima del raggiungimento dei 30 anni?
È vero, sto invecchiando e sta succedendo ora.
Per ora, la più grave crisi di invecchiamento che ho mai vissuto è stata quando mi sono resa conto che non riemergevo più dagli hangover con la stessa facilità con cui lo facevo fino a 25 anni. Quella forza, quella spinta che mi faceva fare l’alba e poi andare a lavoro e portare a termine una giornata con successo, toccati i 26 anni è svanita.
Come Brooke in una puntata di Beautiful, mi trovo ad aggrottare la fronte, guardare fuori dalla finestra e pensare Dovevo forse sfruttare meglio la mia giovinezza? Avrei dovuto indossare gli shorts anche se non me lo potevo permettere? Avrei dovuto rischiare di più? Perché non ho nemmeno un tatuaggio?
La verità è che la mia paura di invecchiare non è legata al divenire del mio corpo che -sinceramente- non è che abbia mai toccato picchi di fighezza così epici. Non c’è mai stato un giorno in cui io e il mio culo guardandoci allo specchio ci siamo mai detti “Wow Elena, goditi tutto questo perché non tornerà mai più!”. A diciotto anni ho subito delle operazioni per eliminare un melanoma e nelle successive settimane la gamba destra da cui era partito tutto si era gonfiata tanto da diventare il doppio di quella sinistra. Quel giorno guardandomi allo specchio mi sono ripromessa che se la gamba fosse tornata alla sua grandezza normale – tornita, con la cellulite, le smagliature ma comunque normale- non mi sarei mai più lamentata della mia taglia. Mi lamento ancora di come le cose sarebbero potute andare diversamente, ma nei momenti di lucidità mi guardo e non solo mi riconosco, ma mi trovo anche meglio. Sono pazza?
Dei miei 20 anni non mi manca il corpo che avevo, ma il tempo che avrei potuto usare per essere oggi una ventottenne migliore. È vero ho le occhiaie, ma quella paffutezza del viso ha fatto spazio finalmente a degli angoli. Secondo me i vestiti mi stanno meglio adesso di prima. Ma non credo di essere solo io, ho amiche che si trovano più belle ora a 30 e passa anni che prima, perché hanno iniziato a prendersi seriamente cura di loro, perché hanno trovato il loro stile e mandato al diavolo le insicurezze, perché dopo una vita di capelli ricci hanno deciso che si sentono loro stesse lisce o viceversa.
Accettare di invecchiare oggi è ancora più difficile nel momento in cui viviamo in uno stato di eterna adolescenza: la nostra generazione lascia più tardi la casa dei genitori, non si sente economicamente stabile, non riesce a guardare o a programmare il futuro con sicurezza. Questo ritardo ci costringe a essere adulti che hanno più cose in comune con i giovani – quelli veri – che con alcuni dei nostri coetanei accasati e con figli. Della serie la mia pelle non è luminosa come un tempo, ma – ehi – so che cos’è un fidget spinner e so i nomi dei tipo della Dark Polo Gang!
Piuttosto è questo che mi spaventa, la possibilità di diventare un adulto che non ha più curiosità per le cose nuove, schernisce le nuove generazioni e ascolta sempre gli stessi artisti della sua adolescenza.
Rendersi conto di invecchiare avrà sempre più a che fare con la nostalgia, come quando ti ritrovi a parlare con le amiche e vi ricordate di quando parlavate solo di sesso e ora invece il vostro argomento preferito è quale tipo di additivo aggiungere alla lavatrice (no seriamente, se avete dei consigli per il bucato bianco scrivetemi in privato).
Perdere tempo a riconsiderare il passato ci allontana dal vivere le cose che ci stanno succedendo adesso. Forse il segreto per invecchiare con grazia non è tagliarsi e schiarirsi i capelli o smettere di indossare gli shorts, ma piuttosto rendersi conto che i vent’anni non sono tutto, che stare a casa propria è una figata e che possiamo continuare a postare le nostre belle foto su Instagram senza vergogna e senza senso di colpa: tra 30 anni (quando le riguarderemo proiettate a mo’ di ologramma) diremo guarda come eravamo giovani. Perché lo siamo.
Source: freedamedia.it