Cinque ore di domande e risposte. Mark Zuckerberg si è difeso tenendo un basso profilo, ma portandosi dietro anche giorni di preparazione con una squadra di consulenti e avvocati. E dei fogli fitti di note. Il fotografo dell’AP Andrew Harnik ha fatto in tempo a immortalarle e così oggi abbiamo un’idea di quale fosse la linea di difesa ufficiale di Facebook, quali le indicazioni su cui fare attenzione. Anche se in gran parte i punti ricalcano quanto detto da Zuckerberg nella testimonianza.
In una sezione intitolata Accountability (responsabilità), le note di Zuckerberg sottolineano che non c’è intenzione di licenziare nessuno perché il problema deriva da come è stata progettata la piattaforma, dunque “era mia responsabilità”. Alla domanda: “ma licenziate mai qualcuno?” la risposta doveva essere: “chiediamo che ognuno si prenda le sue responsabilità – ma senza andare nei dettagli”. Alla domanda se si sarebbe dimesso lui, Zuckerberg avrebbe risposto di aver fondato Facebook, di aver fatto errori, ma di aver risolto già dei problemi in passato e di volerli risolvere ora.
Nella sezione con il titolo sopra indicato, Zuckerberg scrive di ribadire che Facebook ha bisogno di essere gratuito per essere accessibile a tutti; e che la pubblicità è l’unico modo per farlo. Questo è un punto effettivamente affrontato più volte dal Ceo nell’audizione di ieri. Inoltre, le note ricordano che la sua missione è aiutare le persone a connettersi e che quel modello di business sostiene tale missione. Ribadiscono anche che Facebook non vende i dati (anche questo è stato detto con una certa enfasi da Zuckerberg). Interessante anche la notazione per cui le persone vorrebbero pubblicità rilevanti per loro. Collegata a questa sezione anche una frecciatina contro Apple e il suo ad Tim Cook, che hanno criticato Facebook ma che in passato avrebbero avuto invece problemi con la privacy.
Curiosa anche una sezione delle note dedicata al nuovo Regolamento europeo sulla privacy (GDPR), pienamente effettivo da maggio. “Non dire che già facciamo quanto richiesto dal GDPR”, gli ricorda un appunto. In pratica l’indicazione qua sembra essere di stare sul vago, e non ci sono conferme del fatto che Facebook voglia estendere le protezioni europee sulla privacy a tutto il mondo, tema su cui nei giorni scorsi c’è stata anche un po’ di polemica coi giornalisti, perché a Reuters Zuckerberg avrebbe fatto capire di no, ma successivamente con altri avrebbe invece detto che l’intenzione era di estendere, senza però entrare nel merito.
Il tema della competizione (e della posizione dominante di Facebook) è un altro dei titoletti interessanti delle note. Che ricordano a Zuckeberg di parlare di “scelta dei consumatori”, che avrebbero molte opzioni su come passare il tempo. Che dunque sembra essere rimasto l’unico concorrente reale di Facebook. Indicazioni anche sul fatto che rispetto al mercato globale (non solo internet) della pubblicità Facebook avrebbe solo il 6 per cento. E che dividere la sua azienda (spauracchio supremo) significherebbe colpire un asset strategico per l’America. Che rafforzerebbe le aziende della Cina. Ma a questo tipo di interventi nell’audizione non si è arrivati e la carta cinese non ha dovuto giocarsela.
Source: www.agi.it
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