Desidero legami che fungano da faro luminoso per costruire un orizzonte più libero e speranzoso.
Gli esperti di psicologia sociale e di leadership ci ricordano una sensazione che tutti hanno provato almeno una volta: ci sono persone che causano un impatto indefinibile quando entrano in una stanza. Sembra davvero che abbiano una luce diversa. Si tratta di presenze che, per qualche motivo, ci trasmettono calma ed armonia.
Queste personalità sono senz’altro capaci di dare, sono profili che uniscono contesti, che fanno funzionare gli ambienti in cui si muovono e che, in generale, sono molto abili ad aprire i loro “ombrelli emotivi” per difendersi dalle cattiverie altrui, dalle manipolazioni e dai trafficanti di senso di colpa.
Viviamo in un mondo complesso, in territori dotati di una carica energetica positiva o negativa a seconda del tipo di interazione umana. Sappiamo anche che è molto in voga affibbiare etichette trite e ritrite, come la classica “persona tossica”; tuttavia, oltre a questi termini controversi, c’è un dato chiaro che dobbiamo accettare: esisteranno sempre individui che, comportandosi in un certo modo, ci rattristeranno l’esistenza in modo diretto o indiretto.
Ci sono persone che non sanno dare, amici, compagni o familiari che non capiranno mai che, per convivere, non è sufficiente soddisfare solo le proprie necessità a tutti i costi. Tuttavia, va detto che, a volte, dietro l’apparenza della persona tossica, esiste un problema concreto, come una depressione nascosta che richiede la nostra sensibilità.
È necessario saper intuire, leggere tra le righe e non correre sempre a quella frontiera radicale in cui lasciamo queste persone da sole con le loro sfortune, mentre noi ci bardiamo con scudi e maschere protettive per non farci contagiare dalla loro negatività. Convivere vuol dire anche saper comprendere, essere empatici e non creare distanze senza prima aver capito quale sia la radice della discrepanza.
All’inizio dell’articolo abbiamo parlato delle persone che sanno brillare e che dispongono della cosiddetta coscienza cognitiva. Si tratta, innanzitutto, di un costrutto davvero utile che tutti dovremmo imparare a praticare, a rendere nostro per riempire i nostri ambienti quotidiani di quell’energia che crea coesione e che, a sua volta, ci dà l’opportunità di difenderci con rispetto ed autentica intelligenza emotiva.
Grande è colui che per brillare non ha bisogno di spegnere la luce degli altri
Vi invitiamo a riflettere sulle dimensioni che danno forma a questo comportamento così ricco di armonia ed equilibrio interiore.
Per creare un impatto positivo sul nostro contesto quotidiano e favorire la coesione, è prima di tutto necessario “unirci” interiormente, ovvero sapere cosa accade dentro di noi. Dobbiamo imparare ad essere coscienti da un punto di vista cognitivo.
Essa risiede nella creazione di ponti, nel rispetto delle opinioni diverse, nella comprensione di chi soffre in silenzio e nella volontà di far brillare chi talvolta cade in una scura nube di sconforto.
La distanza è meglio tenerla da parte per quando ci infliggono una vera sofferenza. Perché in questa vita, chi sa dare non è prigioniero di niente e di nessuno: è un individuo libero, felice di essere quello che è e capace di trasmettere il suo benessere a chi lo circonda.
Immagini per gentile concessione di Anna Silivonchik
Source: lamenteemeravigliosa.it
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