ROMA (ITALPRESS) – “A 75 anni dall’entrata in vigore, la Carta Costituzionale continua ad essere un solido punto di riferimento per la democrazia. E per l’ordinato svolgimento della vita politica ed economica nel nostro Paese. I contenuti, in particolare, degli articoli relativi al lavoro, alla libertà d’impresa, alla tutela dell’ambiente e della biodiversità sono la bussola per l’attività nelle nostre imprese. Come in più occasioni ha posto in evidenza il Presidente della Repubblica, la Costituzione è una “cassetta degli attrezzi” insostituibile”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nel corso dell’Assemblea invernale 2023, che ha visto la presenza, tra gli altri, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani; del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini; del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “Nella prospettiva dell’allargamento dell’Unione, occorre ripensare in profondità anche la politica agricola comune, che dovrà essere estesa ai nuovi Stati membri a conclusione di un adeguato periodo transitorio. Vanno differenziati gli interventi tra imprese che producono per il mercato e strutture che svolgono un ruolo di presidio del territorio. Un ruolo importante che va supportato e valorizzato con fondi distinti da quelli assegnati dalla UE all’agricoltura. Tutte le strutture che operano nel nostro settore – prosegue -, intendo sottolinearlo, svolgono una funzione fondamentale di presidio del territorio. Una differenziazione, però, è necessaria sul piano degli strumenti e delle risorse finanziarie. Le imprese che producono per il mercato dovranno fare affidamento su interventi in grado di assicurare un reddito, anche nelle fasi di grave instabilità dei mercati. Dovranno essere incentivati gli investimenti per la diffusione delle innovazioni tecnologiche”. Per Giansanti, inoltre, in vista delle prossime elezioni europee e dell’insediamento della nuova Commissione, “tra i primi impegni che dovrà affrontare l’Esecutivo della UE, spiccano le proposte sul bilancio pluriennale dopo il 2027. L’Unione europea è di fronte ad un tornante decisivo. Si sono affievolite le speranze suscitate dalle decisioni straordinarie assunte durante la pandemia, prima tra tutte il “Next Generation EU”. Le decisioni sono diventate via via più difficili. Non si sblocca, ad esempio, il negoziato sul nuovo Patto di Stabilità e Crescita. Intanto – prosegue -, gli Stati membri con una maggiore capacità di spesa continuano a varare aiuti di Stato che, per dimensione, determinano disparità competitive tra le imprese nell’Unione. Se i costi energetici delle imprese tedesche sono inferiori ai nostri grazie agli incentivi pubblici, la libera concorrenza risulta falsata. In questo modo, si mette a rischio il funzionamento del mercato unico. Di fronte alle sfide poste dal cambiamento climatico e dalla transizione energetica, l’Unione europea rischia di scivolare in una posizione di secondo piano in uno scenario globale segnato dalla competizione tra Stati Uniti e Cina”. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’introduzione in Carta del tema dell’agricoltura è stata una scelta di grande portata, “consacrandone il valore essenziale nell’Italia del dopoguerra e per quella del futuro – sul duplice versante della promozione della produzione e della questione sociale. In Costituzione viene definito l’interesse pubblico allo sviluppo razionale delle coltivazioni agricole, ritenuto degno di tutela. Vi era una sottolineata consapevolezza dei Costituenti della rilevanza della materia in discussione, al di là della naturale dialettica delle opinioni. E’ necessario rendere tutti consapevoli di quanto centrale sia oggi l’agricoltura. Un volano per la crescita, per la creazione di filiere produttive; presupposto per l’export delle eccellenze del Made in Italy – prosegue – ; veicolo di innovazione e promozione della ricerca e della salute. Protagonista nella gestione dei territori e per la tutela dell’ambiente, proteggendo le culture, e le colture, che hanno modellato, nei secoli, il paesaggio e il modo di vivere italiano. L’Unione Europea è il primo esportatore globale di prodotti agro-alimentari e, in essa, Italia e Francia si contendono il primo posto. E’ parte del soft power europeo. Con essi, si esporta uno standard di qualità e di salute, si afferma un modello di consumo e di vita che si impone ai mercati – come nel caso della dieta mediterranea – con la persuasione del suo valore, il contrario di tentazioni di chiusura. Si pensi che l’Italia è nel gruppo di testa della classifica dell’Unione Europea che ha valorizzato le nostre produzioni nelle denominazioni di “indicazione geografica protetta”, di “denominazione origine protetta”, di “specialità tradizionale garantita”. Un’Italia, dunque – osserva Mattarella -, non sulla difensiva ma che può giocare d’iniziativa a tutto campo; in una stagione che vede, insieme, alimentazione, tutela dell’eco-sistema, governo del territorio, valorizzazione dei beni ambientali”. Il Capo dello Stato nell’esprimere “riconoscenza della Repubblica al mondo dell’agricoltura che, durante la crisi della pandemia da COVID-19, non ha mai cessato, neppure per un istante, di nutrire il Paese”, avverte sulla necessità per le imprese agricole “di essere prontamente ristorati perchè con politiche appropriate si creino le condizioni per la ripresa” a seguito delle recenti alluvioni dove “hanno mostrato egualmente lo spirito di solidarietà connaturato a chi si occupa di agricoltura nei territori: il loro sacrificio”, conclude. L’agricoltura, sottolinea Lollobrigida, “è un asset principale non solo per la nostra nazione ma per l’intero pianeta”. Va sostenuta a livello internazionale e “noi su questo stiamo lavorando. In Italia lavoriamo per aumentare i fondi, ma lo facciamo anche nei consessi europei. Sono tornato ieri da Bruxelles dove abbiamo ribadito la centralità del mondo agricolo e la necessità di pianificare strategie che ci mettano nelle condizioni di valorizzare le produzioni”.
In un videomessaggio anche il premier, Giorgia Meloni, parla dell’agricoltura come di “un comparto strategico non solo in termini economici ma anche in termini culturali, sociali, identitari. Il comparto agroalimentare italiano è tante cose messe insieme: è identità, territorio, qualità, sostenibilità, innovazione, sviluppo. E’ un connubio straordinario capace di trasformare le produzioni primarie di questa Nazione in eccellenze assolute a livello anche internazionale. E’ la ragione per la quale questo Governo ha scelto di mettere il settore agroalimentare al centro della sua azione e di restituire l’attenzione che merita a tutte le sue componenti, senza tralasciarne alcuna, dalle comunità locali alle economie dei territori, fino al contributo della ricerca per la salvaguardia degli ecosistemi. Questo è il filo rosso che unisce il nostro lavoro e le nostre scelte”, conclude Meloni.
-foto ufficio stampa Confagricoltura –
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