Fonte: cercoiltuovolto.it – Canale Youtube
Nella Domenica delle Palme si proclama la Passione del Signore e quest’anno ascoltiamo il racconto di Luca. Fra le moltissime peculiarità del suo testo, possiamo notare le tre frasi che Gesù pronunzia durante la crocifissione e che troviamo solo in questo Vangelo.
In greco quel «diceva» ha un aspetto verbale di ripetitività. Crocifiggevano Gesù mentre diceva quelle parole; mentre gli infilavano i chiodi nei polsi e nei piedi, lui ripeteva questo… e che voleva dire? Una lettura banale intenderebbe: «Non sanno chi sono io, non sanno a chi stanno facendo questo». Sant’Aelredo abate (XII sec.) invece dice che quella frase è la nostra diagnosi: crediamo di capire tutto ma non sappiamo quello che facciamo. Siamo ciechi su tante cose, e la nostra arroganza inconsapevole ci porta mille volte a ritenere di aver capito tutto e a prendere le nostre cantonate. Abbiamo bisogno di perdono, noi, accecati dalle nostre certezze. La nostra cecità riguarda soprattutto la pazienza che Dio ha con noi…
L’unico dei presenti che ammette di essere in errore è il ladrone crocifisso accanto a lui, che sulla croce trova la strada della preghiera: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». E riceve la più bella delle risposte: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Ecco cosa è il paradiso: stare insieme con lui. Questo è il primo uomo della storia di cui siamo certi che sia salvato, per esplicita dichiarazione di Gesù stesso. Un ladro. Ha saputo partire dal suo peccato per chiedere pietà, ha saputo parlare con Gesù. Verrebbe da dire che finalmente ha rubato la cosa giusta… Quanto è grande la misericordia di Dio!
IL SEGRETO SVELATO.
Ed ecco che arriva l’ultima parola, appena il velo del tempio si squarcia: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Dietro quel velo, nel tempio, il sommo sacerdote poteva dire l’impronunciabile nome del Dio di Israele. Ecco che quel segreto è svelato, e quel che era nascosto è divenuto visibile, e si mostra in questo crocifisso che continua a fidarsi anche nel momento più tragico, perché il nome di quel Dio è «Padre».
Questa carne d’uomo umana torturata e morente anziché sprofondare nell’angoscia della sua assurda situazione, si consegna, si abbandona, si affida. E non sarà a vuoto. Il Padre risusciterà quella carne, svelando che la via d’uscita dall’angoscia non è la forza, non è l’intelligenza, non è il possesso, ma una relazione da Figlio a Padre che si realizza nell’abbandono proprio nel peggiore dei momenti.
Ma alla fin fine cosa fa il Signore Gesù sulla croce? Mentre l’uomo gli strappa la vita, lui fa regali: dona il perdono, regala il Paradiso, consegna il suo spirito al Padre.
Fonte: cercoiltuovolto.it – Canale Youtube
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