La premessa è fondamentale: non ci sono formule vincenti da applicare, consigli validi per tutti, regole da seguire che possano garantire una buona relazione con il proprio partner. Il rapporto che costruiamo con la persona amata è complesso e tutt’altro che lineare – e forse, è bene mettere in conto subito che le nostre storie d’amore assomigliano di più a degli animali mitologici in continua evoluzione, che non a sentieri dritti e sicuri (detto questo, se qualcuno trovasse una ricetta, una pozione, o una legge fisica in grado di sistemare la vita di coppia, vi prego di farcelo sapere). Ma, fatte le dovute premesse, secondo un articolo del New York Times, per provare a migliorare il rapporto di coppia ci sarebbero dei piccoli accorgimenti che possono tornare utili a ridare un po’ di linfa vitale alla nostra relazione. E se è vero che, da qualche parte, bisogna pur cominciare, eccone una selezione:
Secondo quanto riportato in un articolo del New York Times, Jordan Gray, sex e dating coach, sostiene che la sfida della nostra generazione, sul piano delle relazioni, è proprio quello di gestire l’avvento (e la conseguente intromissione) degli smartphone nel nostro quotidiano:
Bisogna stare attenti, perché è un territorio completamente inesplorato. I social media non hanno mai avuto questo livello di saturazione del mercato, in nessun altro momento della storia. È inevitabile che questo porti nuove sfide per le persone.
Lo smartphone ci assorbe tempo e attenzione – specialmente in camera da letto, quando è facile cadere nella tentazione di gettare un ultimo sguardo ai social, prima di addormentarsi. Con lo sguardo che scivola con cadenza regolare sullo schermo e la mani più impegnate a scrollare Instagram che a cercare un contatto fisico con il nostro partner, è facile che si possa trasformare in un ostacolo per le nostre relazioni; se il telefono comincia a diventare più importante del nostro compagno, è chiaro che abbiamo un problema. Un modo per capire effettivamente quanti e quali momenti ci stiamo perdendo? Bandirlo dalla stanza da letto e non usarlo in casa o quando si è in compagnia del proprio partner. Provare per credere.
Sembra un’ovvietà, ma quando si parla di relazioni, le cose più banali finiscono spesso per diventare molto importanti. Il modo in cui gestiamo il tempo, ad esempio – e soprattutto il nostro riposo – ha un impatto rilevante sul benessere della coppia. Janice Kiecolt-Glaser, direttrice dell’Ohio State Institute for Behavioral Medicine Research, ha condotto uno studio con coppie sposate dai tre ai 27 anni e il risultato è stato chiaro: quando le persone dormono poco, i conflitti diventano più problematici.
Quando le persone dormono poco, è come se guardassero il mondo attraverso delle lenti scure. L’umore è a terra e siamo irritabili. La mancanza di sonno danneggia la relazione.
La mancanza di sonno – e i disagi che questa comporta – incide sul modo di affrontare le discussioni e di porre le proprie argomentazioni. Sempre secondo lo studio di Kiecolt-Glaser, le coppie che dormono di più riescono ad affrontare le discussioni con più pazienza e ironia, al contrario di quelle in cui i partner dormono meno, in cui si è osservato un nervosismo e un’irritabilità eccessiva, che spesso impedisce di avere discussioni costruttive. Riuscire a conciliare tutto non è facile, ma difendere il proprio riposo, diventa non solo qualcosa di necessario alla nostra salute ma anche – e soprattutto – a quella di chi ci sta intorno. È bene ogni tanto ricordarselo (e provare a buttare le sveglia non appena è possibile).
Secondo un articolo pubblicato sempre dal New York Times, prima di andare a convivere sarebbe bene affrontare le questioni scomode di petto, parlandone in maniera esaustiva, prima di fare le valigie e spostarsi in una casa nuova, insieme: bisogna conoscere le vie di fuga. Un esempio? Affrontare lo scenario peggiore, quello nel quale ci si lascia: quale sarebbe la strategia comune? È di sicuro un modo razionale di gestire la convivenza, ma di ha il beneficio di portare la coppia a pensare a tutta quell’ampia gamma di casistiche e possibilità, che fanno parte di una relazione adulta – e che spesso implicano la fatidica domanda: come pensiamo di organizzarci? Al di là della parte emotiva, quali sono gli aspetti della nostra relazione che necessitano una posizione comune e come vogliamo affrontali? Già da come si risponde a queste domande si possono capire tante cose del nostro partner ed è forse bene conoscere le visioni dell’altro, tanto quanto sapere come beve il caffè e cosa mangia a colazione.
Analizzando il caso di un lettore che ha scritto a Dear Sugars – il podcast del New York Times condotto da Steve Almond e Cheryl Strayed – per esprimere la sua insoddisfazione riguardo la vita sessuale con la moglie (lui vorrebbe fare sesso più volte che una al mese, mentre per lei non è poi così fondamentale), il consiglio dei conduttori è stato quello di parlare di più del proprio desiderio e di coinvolgere in modo creativo il partner al raggiungimento del suo obiettivo (o per lo meno, di un compromesso ). In questo caso, visto che la moglie del lettore (che si firma come Frustrato) dimostra ancora interesse e attrazione nei suoi confronti – e dunque il problema, a quanto si poteva evincere dalla lettera, è più risolvibile che altri casi in cui il desiderio del partner era proprio a zero – una delle idee di Almond e Strayed è stata quella di proporre un appuntamento dedicato al sesso – una specie di sex date di coppia.
Credo che tu abbia bisogno di chiedere a tua moglie se sia disposta a seguire i tuoi desideri una volta settimana, per renderti più felice all’interno della relazione. Lo so che suona terribilmente poco sexy, ma sono una fan dell’appointment sex. È un evento che non punta sulla magia per accadere, è nella tua To-Do-List (che non significa che la magia non si possa creare comunque). Come succede con tante altre cose nella mia vita che mi piacciono – come scrivere e fare esercizio – può succedere che non sia sempre nell’umore di far sesso, ma dopo che l’ho fatto, sono sempre contenta. È un approccio alla “fallo e basta”, e funziona.
Per quanto anche in questo caso sembra che la razionalità uccida la poesia e la spontaneità della coppia, secondo le parole di Strayed, organizzare le proprie necessità con il partner – anche mettendole a calendario – cercando una soluzione per essere più soddisfatti all’interno della relazione, può essere un modo utile per fare qualcosa di concreto e lavorare sul rapporto con l’altro. La magia non si crea soltanto accidentalmente, ma alcune volte ha bisogno di un intervento più diretto – che coinvolge la nostra immaginazione, la nostra creatività e la volontà di fare gioco di squadra con il nostro compagno/compagna. Se siamo davvero disposti a tutto pur di far funzionare le cose, un tentativo non guasta.
In ultimo, è forse necessario ogni tanto interrogarsi su cosa voglia dire avere una relazione “migliore”; individuare quali aspetti ci rendono insoddisfatti, capire quanto sono i nostri problemi personali o i comportamenti del partner a incidere sul nostro senso di insoddisfazione e, soprattutto, tenere sempre a mente che ogni rapporto vive di “impegno, compromesso, perdono e fatica” ed è importante, ogni tanto, fermarsi dalla frenesia della vita quotidiana per chiedersi se stiamo lavorando anche per la nostra relazione e c’è qualcosa che potremmo fare per migliorare in nostro benessere e quello di colui o colei che divide con noi la nostra vita.
Source: freedamedia.it
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