Siamo circondati da persone tossiche che ci danneggiano e ci privano della nostra energia positiva, sia in famiglia che al lavoro, nelle nostre relazioni di coppia o di amicizia. La tossicità è spesso presente nella nostra vita.
Le persone tossiche hanno comportamenti che potenziano le debolezze altrui, che riempiono di pesi e frustrazione e che cercano di ridurre l’autostima altrui, consapevolmente o meno. Cosa accade quando le persone tossiche siamo noi? A volte mettiamo in atto alcuni comportamenti che, senza saperlo, possono ferire gli altri.
A nessuno fa piacere rendersi conto di essere nocivo per gli altri; è sempre più facile incolpare le altre persone, analizzare quello che fanno male e spiegare loro quali comportamenti devono modificare. La realtà è che siamo tutti, almeno una volta nella vita, persone tossiche.
Ad esempio di ciò possiamo segnalare i comportamenti vittimistici, egoistici e manipolatori per convincere l’altra persona a fare qualcosa che vogliamo o quando siamo incapaci di valorizzare i successi altrui e critichiamo i loro sogni e le loro ambizioni, rifiutiamo le loro opinioni o li incolpiamo del nostro malessere. Pensate anche alle volte in cui siamo irremovibili sul nostro punto di vista, ancorati all’orgoglio, anche se sappiamo di sbagliare e ferire le persone che ci circondano. Allora diventiamo tossici.
All’improvviso, possiamo vederci immersi in una spirale negativa. Una spirale il cui asse centrale è formato dall’intento di controllare gli altri, imporre la propria volontà o voler essere sempre al centro dell’attenzione. Essere tossici non è poi così difficile e non ci precludiamo questa possibilità.
Forse nessuno ci ha detto che esistono diversi gradi di tossicità e che attribuire l’etichetta di persona tossica significa generalizzare; generalizzare parecchio, poiché di solito solo alcune condotte sono problematiche, non tutte. Ciò nonostante, cosa celano?
Quando manifestiamo questi comportamenti, in realtà proiettiamo fuori, sulla base di una prospettiva negativa, le mancanze e i conflitti interiori irrisolti. Il peso del passato, le catene della paura, il vuoto affettivo o il senso di colpa non gestiti adeguatamente possono provocarne la comparsa, insieme a bassi livelli di responsabilità emotiva ed empatia. Ad essere tossici sono i modi in cui affrontiamo le situazioni e le emozioni.
Non siamo tossici solo con gli altri, ma anche con noi stessi. Possiamo diventare i nostri peggiori nemici. Il trattamento che si riserviamo e il modo in cui comunichiamo con noi stessi influisce su di noi e ci condanna. Se facciamo da giudici alle nostre azioni, qualificandole come insufficienti o negative, ci trattiamo in modo tossico, ci incateniamo al malessere, miniamo la nostra autostima e le nostre relazioni tramite comportamenti conflittuali.
Non è necessario disprezzarci o incolparci quando commettiamo un errore. Uno sbaglio non è sinonimo di maltrattamento, infatti se saremo gentili con noi stessi, potremo vedere cosa è successo da un’altra prospettiva e potremo adottare nuove strategie, migliorando anche le nostre relazioni.
Accettare di essere tossici implica grandi dosi di sincerità e un elevato livello di responsabilità emotiva, ed è il primo passo per cambiare. Per tale motivo, è importante prestare attenzione ai propri comportamenti, per individuare le dinamiche tossiche che mettiamo in atto e poi poter andare oltre e scoprire le carenze emotive che stiamo cercando di riempire.
Forse scopriremo che il nostro intento di controllare gli altri dipende da un’insicurezza interiore, che la nostra negatività procede da un’educazione critica e che abbiamo bisogno di aprirci ad altri punti di vista più positivi. Magari scopriremo che la nostra manipolazione emotiva è frutto di una carenza nel nostro sviluppo emotivo, che può essere favorito grazie a strategie di riconoscenza, espressione e gestione delle emozioni.
L’importante è accettare i propri comportamenti conflittuali e rendersi responsabili di questi, per scoprire quali sono i loro veri meccanismi. Non si tratta di cercare colpevoli che ci spieghino quello che proviamo, ma di renderci responsabili di noi stessi, con tutto ciò che questo comporta.
Per evitare che la tossicità guadagni terreno nella nostra vita, è fondamentale fare uso della responsabilità emotiva. Un segno di maturità che implica farsi carico della propria esistenza e accettare che solo noi abbiamo potere sui nostri sentimenti, invece di incolpare gli altri. Tuttavia, come coltivarla?
Come abbiamo visto, la tossicità è un meccanismo che si attiva per proteggere le proprie ferite e la responsabilità emotiva è l’antidoto migliore. La vita a volte non è semplice e ognuno di noi è un cumulo di storie e circostanze che ci insegnano a difenderci dal dolore e dalla sofferenza, a volte in modo sano, altre in modo tossico. Bisogna essere consapevoli di questi meccanismi e trasformare ciò che è tossico in opportunità di crescita.
Source: lamenteemeravigliosa.it
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