A un anno da Digitaliani, la volontà è di canalizzare sempre più gli sforzi verso una digital transformation tematica. Si parte dal manufacturing
Digitaliani è il piano di investimenti strategico avviato oltre un anno fa da Cisco Italia, con l’obiettivo di abilitare tanti soggetti del nostro paese a saltare a bordo dell’Industry 4.0. La quarta rivoluzione industriale, di cui si avvertono già i primi risultati, rappresenta un ambito di business di cui difficilmente le imprese, di qualsiasi dimensione, potranno fare a meno.
Se nei mesi scorsi il contesto della Fabbrica 4.0 poteva sembrare solo un aspetto alternativo del panorama produttivo internazionale, oggi si pone sempre più come elemento determinante, non solo per la creazione di nuove strategie di sviluppo ma anche come fattore di miglioramento dei sistemi esistenti. In piena ottica digital transformation, processi e metodi abbracciano pienamente l’ideologia applicativa del sempre connesso e si affidano maggiormente a strumenti reali che riescono a dare un senso maggiore alle informazioni ottenute dall’ambiente di lavoro.
Si parla allora di connected factory, digital manufacturing, smart logistic ma anche di big data e analytics “fluidi” e multisettoriali.
Insomma, risulta molto difficile racchiudere l’Industry 4.0 in un singolo flusso di adozione, perché riguarda panorami di intervento vasti ed eterogenei. A definire un framework di base, che possa tracciare sommarie linee guida, è la divisione italiana di Cisco che, anche tramite Digitaliani, si pone come partner di digitalizzazione preferenziale per l’ingresso del nostro paese nel mondo dell’Industry 4.0.
“Spesso la digital transformation viene intesa come semplice aggiornamento software delle strutture presenti in azienda – ci spiega Michele Dalmazzoni Collaboration & Sales Leader di Cisco Italia – non è corretto, perché oltre a ciò, entrano in gioco le attività di integrazione dell’hardware nell’ambiente fisico, attraverso l’introduzione di robot, sensori, wearable e altre macchine connesse, che nel complesso contribuiscono a creare un environment più intelligente e funzionale”.
È utile dunque considerare il chiaro approccio che Cisco Italia ha dedicato alle diverse industrie che si affacciano al mondo della Fabbrica 4.0.
Quello manifatturiero, ad esempio, contempla una roadmap in quattro fasi, tali da creare una digital manufacturing journey che prevede l’implementazione di diverse fasi, con l’obiettivo di portare gradualmente la produttività su nuovi sentieri digitali, migliorando radicalmente le operazioni. Ma come Cisco entra nello specifico della fabbrica intelligente? In diversi modi, visto che la conversione del processo industriale implica il controllo di aspetti differenti che non possono essere trascurati. “Pensiamo alla cybersecurity e alla personalizzazione – continua Dalmazzoni – elementi che richiedono la digitalizzazione di ogni anello della catena di valore; un lavoro di inclusione necessario e inevitabile”.
Tante belle parole ma dove è arrivata Cisco con il suo piano di introduzione della Industry 4.0? La migliore risposta è quella fornita da Ivan Basso, ICT Manager di Fluid-o-Tech, che ha raccontato la propria esperienza di collaborazione con la multinazionale: “Lavoriamo da anni con Cisco, con cui abbiamo realizzato progetti di ammodernamento delle strutture, che hanno portato a rinnovare l’industrializzazione dei nostri prodotti (pompe e ingranaggi meccanici) e a ottimizzare i costi”.
L’affermazione della quarta rivoluzione industriale come vettore di positività tangibile sta, non solo per Cisco, nell’assumere uno sguardo d’insieme, dando priorità alla centralità e alla creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo del capitale umano e delle competenze. Per questo, nell’ambito del programma Digitaliani, la compagnia ha siglato un accordo con il MIUR che la vedrà impegnata nei prossimi tre anni nella formazione di studenti su tematiche tecniche, come l’Internet delle Cose e la sicurezza telematica.
Source: www.datamanager.it