Di storie d’amore ne conosciamo senz’altro tante, e diverse tra loro. Oltre quelle che abbiamo vissuto, probabilmente avremo seguito le vicissitudini dei nostri amici e ascoltato con meraviglia i racconti della nostra famiglia. Il nostro immaginario è abitato dai personaggi delle storie che abbiamo amato di qualche film oppure dalle avventure che ci hanno tenuti incollati a diversi libri. Abbiamo canzoni che ne parlano che ci ronzano in testa e luoghi che celebrano l’amore (anche involontariamente, come ci ha fatto notare, ad esempio, il film Love Actually). E poi ci sono tradizioni millenarie che ricorda una storia di ben 2000 anni fa. Come il caso del Qi Xi Festival – comunemente chiamato il San Valentino cinese – che si celebra in Cina il settimo giorno del settimo mese del calendario lunare (quest’anno capitato il 28 agosto).
La leggenda che si ricorda durante il Qi Xi Festival racconta della storia d’amore tra una dea, trasformatasi in una mortale, e un allevatore di mucche. Zhi Nu, famosa tra tutte le divinità come abile tessitrice, si annoia in cielo e vuole avventurarsi nel mondo degli umani. Si trasforma dunque in mortale e nel suo cammino incontra Niu Lang, un allevatore di mucche. I due si innamorano, si sposano e hanno due figli. Sembra andare tutto bene, ma quando la madre di Zhi Nu viene a conoscenza della fuga della figlia e della sua unione con un mortale, s’infuria e riporta subito Zhi Nu in cielo. Niu Lang è disperato ma presto scopre che una delle sue mucche, che aveva salvato e poi curato tempo prima, è in realtà una divinità. Per restituire il favore ricevuto, il dio-mucca dona a Niu Lang la sua pelle, che gli avrebbe dato la possibilità di volare in cielo dalla sua amata. Quando la mucca muore, dunque, Niu Lang ne utilizza il manto per fare delle scarpe per sé e i figli, e va alla ricerca della moglie. La regina madre però – che sa sempre tutto e non è per niente simpatica – con una forcina per i capelli crea un fiume di stelle (la Via Lattea) per impedire ai due amanti di raggiungersi. Zhi Nu (che si può riconoscere in cielo rappresentata dalla stella Vega) e Niu Lang (rappresentato da Altair) sembrano destinati a non incontrarsi più. Ma quando delle gazze ladre arrivano a sentire il loro pianto, si commuovono e a migliaia giungono da loro per formare un ponte e permettere ai due innamorati di riabbracciarsi. A questo punto, anche la regina madre è costretta riconoscere il loro amore e acconsente che i due si incontrino una volta all’anno. Il Qi Xi Festival festeggia proprio questo giorno, diventato il simbolo del vero amore.
Come si festeggia?
Nell’antichità, durante la notte del festival le giovani ragazze offrivano frutta e cibo alla dea Zhi Nu, pregandola di poter ricevere la sua straordinaria capacità nella tessitura, e di trovare il marito ideale. I bambini, invece, raccoglievano fiori selvatici, riposti nelle corna di un bue per ricordare il sacrificio del dio-mucca per aiutare Niu Lang. Al giorno d’oggi invece esistono tradizioni diverse per festeggiare Qi Xi: nella città del sud-est Shaoxing , ad esempio, le ragazze si nascondono nelle coltivazioni di zucca, per tentare di cogliere le voci di Niu Lang e Zhi Nu. Si dice infatti che chi le riesce a sentire troverà presto l’amore. Nella provincia dello Hunan invece, le donne raccolgono l’acqua dalle montagne che usano per lavarsi i capelli ed essere dunque benedette dalla dea. Alcune donne, invece, la mattina dopo il festival raccolgono la rugiada (che secondo la leggenda simboleggia il pianto dei due amanti), perché si dice che renda più intelligenti. A Taiwan si preferisce far volare lanterne in cielo mentre si esprimono i propri desideri d’amore.
Il Qi Xi comunque, non è l’unica tradizione che celebra l’amore in Cina. Si festeggia anche il 14 febbraio, così come durante il Festival delle Lanterne, che corrisponde al quindicesimo giorno del primo mese lunare. È vero, molte di queste festività – in Cina come nel mondo Occidentale – sono diventate un pretesto per vendere qualche cioccolatino o fiore in più. Ma questo modo di festeggiare l’amore, ricordando una leggenda così suggestiva, fa davvero venir voglia di mettere da parte tutto il cinismo di cui siamo capaci e pensare a quanto ci possano ispirare delle storie tramandate da così tanto tempo e che appartengono a un mondo apparentemente distante dal nostro. Ma che fanno ancora commuovere e sospirare.
Source: freedamedia.it
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